Contro la tratta, per restituire dignità a chi ne è stato privato

di Andrea Acali, da Romasette.it

Due ore di canti, colori, danza, testimonianze e preghiera. È stata tutto questo la veglia “Insieme contro la tratta di persone” che si è tenuta nella basilica di Sant’Antonio a via Merulana in occasione della memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita, venerdì 8 febbraio. Un evento che ha poi avuto un seguito nella marcia che si è snodata ieri, domenica 10, da Castel Sant’Angelo a piazza San Pietro, dove i partecipanti hanno potuto ascoltare la preghiera e l’appello del Santo Padre all’Angelus.

Proprio il video della Rete mondiale di preghiera del Papa nel quale il Pontefice si è unito alla giornata di preghiera e riflessione per le vittime della tratta, della prostituzione forzata e della violenza ha aperto la veglia, presieduta da padre Michael Czerny, sottosegretario del dicastero per lo Sviluppo umano integrale, che si occupa di profughi e migranti. «Preghiamo perché il Signore scaldi i cuori, orienti gli occhi a vedere le catene, incoraggi i piedi ad avvicinarsi a chi soffre, dia energia alle mani di coloro che vogliono la guarigione e la liberazione di quanti sono schiavizzati e oppressi», ha detto il gesuita introducendo la veglia. Catene colorate sull’altare, a simboleggiare la schiavitù che ha affligge tutti e cinque i continenti, e una blu a circondarlo, emblema del lavoro “Insieme” di quanti sono impegnati a spezzare quelle inumane della tratta. E ancora, candele altrettanto colorate, giovani con una maschera bianca e scritte emblematiche a rappresentare le vittime senza volto e senza dignità, la danza semplice di cinque suore Figlie di Maria Ausiliatrice che hanno consegnato il libro del Vangelo a monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi.

Leggi l’articolo completo su Romasette.it

11 febbraio 2019