Don Eutizio è tornato alla Casa del Padre

TESTIMONIANZE:

Don Eutizio è tornato a casa

Don  Eutizio  era  un prete felice  e soprattutto felice  di  essere  prete.  L’ unità di misura con cui affrontava tutte le situazioni era l’amore per cui non si poteva non volergli bene. Aveva amato con tutto se stesso le comunità che aveva servito ed aveva impresso nel cuore la storia di ciascuna di esse, le persone che vi aveva incontrato e soprattutto i preti con cui aveva collaborato. Parlava con la vivacità che gli era propria dei primi tempi a Nostra Signora di Guadalupe, poi a San Giovanni dei Fiorentini con l’indimenticabile parroco Ruffini.

Poi come parroco a San Salvatore in Lauro e finalmente a Santa Emerenziana alla cui esperienza faceva riferimento continuo. Tutti conoscevamo la storia del mosaico, che aveva fatto realizzare in quella chiesa da P. Ugolino, il mosaico più grande di Roma. Poi Sant’Eugenio col primo seminario per vocazioni adulte per approdare al Seminario Romano Maggiore come rettore. La sua cultura erano le anime, e ne aveva lette tante per cui la scelta di lui come rettore del Seminario Romano fu davvero indovinata. Un bel Parroco, felice, innamorato del suo sacerdozio e del suo ministero era il modello più azzeccato per la “fabbrica dei preti” di Roma. E fu proprio così. Non erano tempi facili per i seminari quando assunse la responsabilità del Maggiore ma continuò con la semplicità che gli era propria a fare il capo di un presbiterio , il parroco del seminario. L’anno dopo il suo arrivo arrivai io come direttore spirituale e aiutato anche dalla giovane età, trenta tre anni, svolsi il ruolo di vice parroco. Facevo di tutto, otre a dirigere spiritualmente e confessare animavo la comunità fino a fare il maestro di canto e organizzare la scuola di preghiera per i giovani animata dai seminaristi. Don Eutizio godeva di tutto questo, mi incoraggiava, mi difendeva ed era evidente che mi stimava e mi amava. Mai ombra di vicendevole invidia , ci volevamo bene. Nonostante l’incarico eravamo rimasti Don Eutizio e don Giuseppe, i preti del presbiterio di quella parrocchia originale che era il seminario.
Quando lasciò il Seminario non poteva non tornare in parrocchia e fu parroco di Gesù Divino Maestro con l’entusiasmo di un neofita. Tornava di tanto in tanto in seminario e ci raccontava le sue avventure sempre esilaranti. Fu nominato canonico di san Pietro e anche lì fu parroco della Basilica. Essere parroco era proprio la sua vocazione, era nato per questo. Se lo avessero fatto vescovo sarebbe vissuto di nostalgia della parrocchia, invece don Eutizio, veramente convinto che “parochus in Urbe, episcopus in Orbe” rimane per tutti un vero modello di come si ama una parrocchia e come si è felici vivendo per il proprio gregge, nel proprio ovile, che il più bello di tutti.
Il Signore ce lo ha concesso fino a novanta sei anni per essere maestro anche di come si vive l’anzianità: sempre felice, indifferente al luogo e abbandonato alla Provvidenza. E’ tornato a Roma alla casa di riposo del clero per continuare ad essere modello di come si vive e si muore.
Al suo arrivo in Paradiso son certo che gli onori di casa li ha fatti don Miche che è tra gli ultimi arrivati con Petar, William, don Franco l’economo, che avranno convocato tutti i suoi alunni per cantare insieme “O Maria quant’è felice chi ti sceglie a Sua regina” e questa volta è proprio vero perché la fede è diventata visione.

+ S.E. Mons. Giuseppe Mani

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Omelia tenuta da S.E.R. Angelo De Donatis, Vicario di Sua Santità per la Diocesi di Roma in occasione della messa esequiale di Mons. Eutizio Fanano, ex alunno, Rettore del Seminario dal 1969 al 1978.

Cappella Maggiore del Pontificio Seminario Romano Maggiore giugno 2018.

OMELIA funerale don Eutizio Fanano-Felice di essere prete