Il Papa nella Veglia di Pentecoste: «Ascoltiamo il grido della città»

«Quanto vorrei che la gente che abita a Roma riconoscesse la Chiesa, ci riconoscesse per questo di più di misericordia – non per altre cose –, per questo di più di umanità e di tenerezza, di cui c’è tanto bisogno! Si sentirebbe come a casa, la “casa materna” dove si è sempre benvenuti e dove si può sempre ritornare. Si sentirebbe sempre accolta, ascoltata, ben interpretata, aiutata a fare un passo avanti nella direzione del regno di Dio…. Come sa fare una madre, anche con i figli diventati ormai grandi». Papa Francesco, ieri (sabato 8 giugno) alle ore 18, ha celebrato la Messa vespertina nella vigilia di Pentecoste sul sagrato della basilica di San Pietro. In piazza, oltre 50 mila persone: i fedeli della diocesi di Roma, i partecipanti alla Conferenza internazionale dei Carismatici, ricevuti in mattinata dal Pontefice, e i membri di tante realtà ecclesiali.

«Lasciamoci prendere per mano dallo Spirito – ha detto ancora il Santo Padre nell’omelia – e portare in mezzo al cuore della città per ascoltarne il grido, il gemito». E per metterci davvero in ascolto, ha proseguito, «abbiamo bisogno che il Signore ci prenda per mano e ci faccia “scendere”, scendere dalle nostre posizioni, scendere in mezzo ai fratelli che abitano nella nostra città, per ascoltare il loro bisogno di salvezza, il grido che arriva fino a Lui e che noi abitualmente non udiamo». Si tratta, ha aggiunto, «di aprire occhi e orecchie, ma soprattutto il cuore».

L’appello del Papa è stato ripreso dal cardinale vicario Angelo De Donatis, nella preghiera conclusiva della celebrazione. «O Signore che ti fai Dono d’amore per noi, nel tuo Spirito, guarda oggi questa tua Chiesa di Roma, riunita per celebrare una rinnovata Pentecoste. È una Chiesa che accoglie di nuovo l’impeto dello Spirito Santo, per uscire, come gli Apostoli, ad annunciare la Gioia del Vangelo. È una Chiesa che, come Madre accogliente, vuole continuare a generare alla fede nuovi figli in una città dove nessuno si senta straniero. È una Chiesa ricca di memoria, ricolma di santità, fatta di gente generosa, vivace, creativa, che non vuole cedere al pessimismo, all’accidia, all’indifferenza».

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9 giugno 2019