La benedizione dei Bambinelli in forma “diffusa”

«Era il 1969, cinquanta anni fa, quando Papa Paolo VI per la prima volta benedisse il Bambino Gesù portato in piazza San Pietro dalle famiglie e dai bambini di Roma. Era un momento significativo, bellissimo, che invitava tutti a riscoprire il fatto che Gesù abita nelle nostre case. Quest’anno è un po’ particolare, ma il senso profondo del momento che vivremo domenica 13, quando Papa Francesco benedirà i bambinelli, con poche persone in piazza ma tanti davanti allo schermo, il significato di questo evento rimarrà lo stesso: è sempre il Signore Gesù che ci viene a trovare…. Anche quest’anno il Signore viene a visitarci, a ridarci quel coraggio e quella speranza di cui abbiamo tanto bisogno». Sono le parole del vicegerente monsignor Gianpiero Palmieri, che annuncia così l’evento di domenica prossima, 13 dicembre. La tradizionale benedizione dei Bambinelli avverrà non, come di consueto, in piazza San Pietro, ma sarà diffusa, nelle parrocchie e nelle case, attraverso la rete.

Il Centro oratori romani, che da decenni organizza e promuove questo appuntamento, ha immaginato e promosso una forma “diffusa” dell’evento nella città invitando parroci ed oratori a celebrare nelle proprie comunità l’appuntamento di domenica. Saranno così gli animatori, i catechisti, i ragazzi e le loro famiglie ad animare le celebrazioni domenicali portando da casa le statuine di Gesù Bambino. A piazza San Pietro, che per oltre 50 anni ha ospitato l’appuntamento con migliaia di ragazzi e animatori, sarà comunque presente una rappresentanza dell’associazione laicale. A partire dalle ore 11.15 sarà anche possibile seguire sulla pagina Facebook del Centro oratori romani l’evento con collegamenti da Piazza San Pietro e da alcuni oratori della città.

«La Benedizione dei Bambinelli da sempre ha il compito di ricordare ai bambini e ai ragazzi, alle loro famiglie e in un certo senso alla città – sottolinea il presidente del Cor David Lo Bascio, in un suo messaggio agli oratori romani – che la vera gioia viene dal riconoscere che Gesù nasce ogni volta, di nuovo, nelle nostre vite. Oggi, nel momento in cui sperimentiamo tutta la fatica, la tristezza e talvolta il dolore che la pandemia ha generato, questa verità appare ancora più limpida e necessaria: così questo Natale “disadorno” può renderci capaci di meglio metterla a fuoco. Al Papa portiamo questi sentimenti».

11 dicembre 2020