Permessi i funerali ma ancora niente Messe: il disaccordo della Cei

Dal 4 maggio sì ai funerali con un numero massimo di partecipanti fissato a 15 persone, ma ancora nessuna decisione per quanto riguardo la partecipazione dei fedeli alle Messe. Si tratta di alcune disposizioni contenute nel Dpcm presentato nella conferenza stampa di ieri sera dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in cui sono state annunciate riaperture immediate di alcune attività produttive e altre che seguiranno in maggio e giugno. Per quanto riguarda i funerali, nel decreto si parla di «funzione da svolgersi preferibilmente all’aperto, indossando protezioni delle vie respiratorie e rispettando rigorosamente la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro».

Ma una nota della Cei esprime disaccordo con quanto stabilito nel decreto governativo. «I vescovi italiani – si legge nella nota – non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale».

Ancora, i vescovi ricordano «alla Presidenza del Consiglio e al Comitato tecnico-scientifico il dovere di distinguere tra la loro responsabilità – dare indicazioni precise di carattere sanitario – e quella della Chiesa, chiamata a organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia».

Il governo intanto ha già risposto: «La presidenza del Consiglio prende atto della comunicazione della Cei e conferma quanto già anticipato in conferenza stampa dal Presidente Conte. Già nei prossimi giorni – si legge in una nota – si studierà un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza».

27 aprile 2020