CRONACA  DEI  PRIMI  ANNI

La preistoria

Negli anni ’70 non era ancora chiaro chi potesse accedere al diaconato permanente e per fare che cosa. Qualcuno pensava che fosse bene ordinare diaconi quanti avevano specifici compiti ecclesiali. Altri guardavano alle esperienze che si cominciavano a fare in altre diocesi italiane. In particolare una parrocchia della Magliana era affidata al clero della Diocesi di Reggio Emilia e frequentemente vi veniva don Alberto Altana, che, a Reggio Emilia, coltivava l’idea del ministero diaconale come servizio. Una prima esperienza a Roma, anche se informale, fu quella di Don Mario Canciani, che iniziò a fare degli incontri presso il Seminario Romano Maggiore, sala “Pinacoteca”, con un gruppo di uomini piuttosto anziani, tutti pensionati; ma l’esperienza non durò a lungo.

 

In questa situazione il Cardinal Poletti scelse la via della prudenza: nel 1976 il Consiglio Episcopale Diocesano sospese ogni sperimentazione sul diaconato. Più tardi, il 1° aprile 1980, il Cardinal Poletti nominò don Franco Peracchi delegato diocesano per il diaconato permanente e poco dopo commissionò un documento sul ripristino del diaconato a padre Luca Brandolini, che dal 1974 era responsabile dell’Ufficio Liturgico del Vicariato.

Don Franco

La scelta di don Franco nasceva dal fatto che in lui erano riunite alcune particolari qualità:

  • aveva esperienza lavorativa presso la BNL, che aveva lasciato nel gennaio 1966 (a 33 anni), essendo entrato, nell’autunno 1965, nel collegio Sant’Eugenio e avendo iniziato a frequentare l’Università Gregoriana;
  • aveva esperienza associativa dal 1960 presso l’Azione Cattolica;
  • aveva esperienza di carità in quanto dal 1960 era visitatore carcerario a Rebibbia (continuò fino al 1985, quando dovette rinunciare per dedicarsi maggiormente al diaconato) e dal 1972 curava l’assistenza spirituale delle ragazze madri ospiti della Casa della Mamma (fino al 1992);
  • aveva esperienza di discernimento vocazionale, dal momento che dal 1970, subito dopo la sua ordinazione, aveva assunto la responsabilità di economo del Seminario (che continuò a svolgere fino al 2002) e partecipava quindi agli incontri del presbiterio per il discernimento dei seminaristi;
  • aveva profondità spirituale, acquisita anche dedicandosi molto alle confessioni presso la parrocchia di San Saturnino e alla direzione spirituale;
  • collaborava con don Paolo Gillet e padre Luca Brandolini per l’Ufficio catechistico e la Commissione liturgica della Diocesi.

Il Cardinale conosceva bene don Franco e trovò una conferma nel suggerimento di padre Luca Brandolini e di don Paolo Gillet. Quest’ultimo conosceva don Franco fin dal 1960, in quanto assistente diocesano dell’Azione Cattolica.

I primi diaconi

Furono presentati a don Franco i seguenti aspiranti al diaconato permanente:

  • Tullio Maiorino, impiegato all’Italcable,
  • Amedeo Camilli, impiegato all’Automobil Club,
  • Giuseppe Scutti, che lavorava in banca.

Con essi don Franco iniziò un cammino personalizzato, incontrandoli, in genere separatamente, di sabato presso il Seminario Romano Maggiore e curando la formazione spirituale e pastorale. Nel frattempo essi frequentavano i corsi di Teologia per Laici.

Tullio Maiorino fu ordinato il 22 maggio 1982.

Tullio aveva quasi cinquant’anni, era sposato con Maria Grazia, avevano tre figli e un’ottima formazione cristiana maturata nel Rinnovamento nello Spirito. Tutti in famiglia erano attivissimi nella loro parrocchia, San Leonardo da Porto Maurizio. Accadde che il parroco, padre Guido Anagni, spinse Maria Grazia a dedicarsi all’insegnamento della religione, sicché, nel 1977, cominciò a prepararsi frequentando l’Ecclesia Mater; Tullio, accompagnandola, una volta notò un opuscolo in cui si parlava del diaconato per uomini sposati e ne parlò alla moglie: già intuiva che il dono dello Spirito gli avrebbe aperto un nuovo modo di essere al servizio della Chiesa. Insomma si iscrisse anche lui all’Ecclesia Mater, era il 1978, e cominciò a ritagliarsi del tempo per lo studio, fra agli impegni familiari, quelli parrocchiali e di lavoro.

Dopo aver ricevuto i ministeri del lettorato e dell’accolitato dal Vescovo ausiliare per il Settore Sud, mons. Clemente Riva, venne per Tullio il gran giorno dell’ordinazione. Era il 22 maggio 1982, la domenica dell’Ascensione, quando il cardinal Poletti lo ordinò, primo a Roma dopo il ripristino del diaconato permanente, nella chiesa di San Leonardo da Porto Maurizio, gremita come nelle grandi occasioni. C’era anche don Luigi Di Liegro, responsabile della Caritas diocesana, che subito si avvalse del servizio pastorale del neodiacono e della moglie per animare la piccola comunità parrocchiale di Santa Maria del Ponte al Centro Giano. Nel proprio ambiente di lavoro Tullio si impegnò molto e riuscì ad organizzare all’Italcable una visita del cardinal Poletti prima e più tardi anche del cardinal Ruini.

Una bella testimonianza di vita, la sua, fino all’ultimo: aveva partecipato a un ritiro spirituale in un paesino sul lago di Como quando improvvisamente morì: era il 28 maggio 1995, la domenica dell’Ascensione.

San Teodoro

Con il decreto del Cardinal Poletti del 1° novembre 1982, a padre Luca Brandolini (che già ricopriva l’incarico di responsabile del Centro pastorale per il culto e la santificazione presso il Vicariato) veniva affidata la responsabilità del Centro per la formazione al diaconato e ai ministeri istituiti, presso la chiesa di San Teodoro al Palatino, antica diaconia della Chiesa romana. Dopo alcuni lavori di restauro, il 24 settembre 1982 la chiesa fu aperta alle attività formative, che fino allora s’erano svolte in Seminario, nella sala della Pinacoteca. Le attività per la formazione dei diaconi restavano affidate a don Franco, delegato diocesano, che si avvaleva del Centro di San Teodoro per la formazione teologico – pastorale. Si aprì una stagione di intensa e feconda collaborazione fra padre Luca e don Franco. A San Teodoro si svolgevano gli incontri del venerdì (celebrazione dei Vespri e interessantissime conversazioni) e alcuni ritiri spirituali.

Amedeo Camilli fu ordinato il 26 febbraio 1983 nella sua parrocchia Santa Maria Immacolata al Tiburtino. Per molti anni fu cerimoniere in San Giovanni in Laterano, fino alla sua morte il 25 maggio 2000.

Giuseppe Scutti fu ordinato il 9 aprile 1983 dal Vicegerente S. E. Mons. Aragonesi nella parrocchia di Sant’Ambrogio. Peppino fu diacono solo per un anno e mezzo: morì improvvisamente il 28 ottobre 1984, quando non aveva ancora 56 anni.

La quarta ordinazione fu quella di Domenico (Memmo) Meschini, il 19 novembre 1983.

Memmo racconta che, quando nel 1976 era andato in pensione da funzionario dell’Acea, aveva offerto al Cardinale la propria collaborazione. Proprio nel 1976 ci fu il terremoto del Friuli e la Diocesi di Roma si gemellò con quella di Osoppo: gli fu dato allora l’incarico di coordinare gli aiuti, sotto la direzione di don Luigi Di Liegro, direttore della Caritas. Successivamente Memmo era rimasto a lavorare come volontario alla Caritas assumendo il ruolo di Vicedirettore. Collaborava anche con la parrocchia di Santa Maria delle Grazie al Trionfale, dov’era parroco don Paolo Gillet, che lo propose per il diaconato. Così, dopo aver frequentato per due anni la Teologia per Laici presso Santa Maria in Traspontina, ma senza aver partecipato agli incontri di don Franco e padre Luca, fu ordinato diacono.

Memmo Meschini è morto il 10 novembre 2012.

Fu poi la volta di Luigi Bencetti, Paolo Serafini e Antonio (Tonino) Setta. Erano stati presentati dai rispettivi parroci e ammessi fra i candidati, insieme a Raffaele Grasso e Luigi Luconi, a settembre 1984 dal Cardinal Poletti, durante la celebrazione della messa in un ritiro spirituale presso la casa delle Suore della Carità in via Santa Maria in Cosmedin. La loro formazione durò poco più di un anno e agli incontri cominciarono a partecipare, ma non ancora assiduamente, anche le mogli. Furono ordinati separatamente:

  • Bencetti ai Protomartiri Romani il 27 aprile 1985,
  • Serafini al Santissimo Sacramento il 22 giugno 1985,
  • Setta a Santa Galla il 23 novembre 1985.

Al momento dell’ordinazione Luigi Bencetti era giornalista, caporedattore e segretario di redazione dei servizi giornalistici per l’estero della Rai; Paolo Serafini era impiegato presso un’azienda privata e Tonino Setta impiegato statale.

La diaconia all’Idroscalo

Su proposta di don Nicola Barra e di padre Luca Brandolini, il Vescovo ausiliare per il Settore Sud, monsignor Clamente Riva, inaugurò nel giugno 1985 la “Diaconia” all’Idroscalo di Ostia.

La parrocchia di San Vincenzo de’ Paoli a Ostia aveva sede, nel 1985, al piano terreno di un condominio. Il parroco, don Nicola Barra, propose a padre Luca Brandolini una collaborazione di diaconi e aspiranti per animare cristianamente l’insediamento dell’Idroscalo. Qui, a sud della foce del Tevere, su terreno demaniale, erano state costruite delle casette dove nel periodo estivo si riversavano da Roma più di trecento famiglie, mentre solo una decina vi abitavano stabilmente. Il tessuto sociale era alquanto difficile. Vi sorgeva anche una cappella, detta della Madonna del Miracolo, ma in realtà intitolata alla Madonna Assunta, che era stata costruita anni prima anche con un qualche contributo degli abitanti, e una casetta annessa bisognosa di restauri.

Questa “diaconia” fu approvata dal Vescovo del settore Sud, mons. Clemente Riva, e da lui avviata sabato 15 giugno 1985, alle ore 19, quando, durante una celebrazione della Parola, consegnò il lezionario e la chiave del tabernacolo al diacono Luigi Bencetti e ai candidati al diaconato Tonino Setta e Giancarlo Palazzi.

Il loro servizio consisteva nel tener aperta la cappella, celebrando le Lodi e Vespri, ma il campo principale d’azione era la spiaggia, dove si incontravano le famiglie. Il sabato sera alle 21 don Nicola celebrava la Messa vespertina. Per la solennità dell’Assunzione, Luigi guidò la processione della statua della Madonna per le strade fino al mare.

La “diaconia” si concluse il 10 settembre, ma fu ripresa l’anno successivo, quando, dal 1° luglio al 15 settembre, si avvicendarono Giancarlo Palazzi (che sarà poi ordinato a novembre 1987), Tonino Setta (già ordinato a novembre 1985) e Piero di Giorgio (ordinato a maggio 1989). Per inciso Piero era il padre del diacono Domenico (Mimmo) Di Giorgio, ordinato il 29 ottobre 2016. La “diaconia” fu ripresa anche nel 1987 e andò avanti, per la perseveranza di Tonino Setta, fino al 1991.

Il Convegno regionale

Il Centro Diocesano per il Diaconato Permanete, d’intesa con i Vescovi della regione Lazio, promosse il 1° Convegno regionale dei diaconi permanenti, dei candidati e degli aspiranti. Furono invitati i delegati diocesani per il diaconato e i parroci dei candidati al ministero diaconale. Il Convegno si tenne il 27 gennaio 1985, a Roma, presso l’Istituto San Gabriele (viale Parioli 16): don Alberto Altana tenne una relazione sul tema “Il Diaconato: servizio alla Comunione e alla Riconciliazione” e vi partecipò anche il Cardinal Poletti.

Il gruppo dei dieci

La prima ordinazione collettiva fu quella del 22 novembre 1986, in San Giovanni in Laterano per opera del Cardinal Ugo Poletti; riguardò dieci diaconi: Valerio Cimagalli, Vitaliano Genco, Raffaele Grasso, Luigi Luconi, Giampaolo Mollo, Alberto Papotti, Giampaolo Pertici, Giulio Stella, Angelo Valenti e Carlo Veronelli. In vista della loro ordinazione le mogli dei candidati si erano incontrate il 7 giugno con padre Luca  don Franco, in preparazione dell’incontro che avrebbero avuto il 7 luglio con il Cardinale. La formazione al diaconato si era sviluppata nell’arco di quattro anni e rimase di questa durata fino al 1990; successivamente fu portata a cinque anni. Questa rimase l’ordinazione più numerosa esattamente per ventidue anni, fino a quella del 22 novembre 2008, quando furono ordinati 11 diaconi. Da allora i diaconi si cominciarono ad organizzare in turni per il servizio liturgico in Cattedrale. Padre Luca ebbe l’idea di costituire un Comitato di coordinamento per il diaconato.

Giampaolo Pertici era ingegnere civile e lavorava all’Alitalia, svolgendo anche attività professionale in proprio. Racconta che fu il parroco della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo, don Pietro Sigurani, a proporgli il diaconato permanente; così lui, a fine 1982, si presentò al Seminario per iniziare la formazione: erano in 12 e considerarono questo di buon auspicio. Poco dopo si trasferirono a San Teodoro per gli incontri finalizzati a mettere in luce lo specifico del diacono, mentre lui continuò in parrocchia la propria formazione teologica e l’esperienza di carità, presso la mensa “Domus Caritatis”. La loro ordinazione era programmata per il 1985, ma fu protratta di un anno quando si verificò che non tutti avevano ben chiaro che il diacono risponde al Vescovo e non è diacono per il movimento d’appartenenza. Giampaolo Pertici fu il primo cassiere della Comunità del Diaconato.

Carlo Veronelli fu il primo segretario del diaconato, a partire dal maggio 1983, incarico che svolse puntualmente per 15 anni, fino al settembre 1998, quando la responsabilità passò a Pippo Romeo.

Carlo racconta. Avevo cominciato la formazione per il diaconato nel settembre 1982 e la primavera successiva (doveva essere il maggio 1983) ci trovavamo al Mondo Migliore per un ritiro. A pranzo padre Luca fissò per il pomeriggio una riunione del Comitato di coordinamento, del quale facevano parte Bencetti, Brusadin e altri, ma non io. A fine pranzo mi disse: «Vieni anche tu» e, quando fummo riuniti, mi designò come segretario. Qualche mese dopo, nel settembre 1983, ci trovavamo a casa Bencetti per la celebrazione dei Vespri e per un’agape quando padre Luca chiese se c’era qualcuno che sapesse scrivere a macchina. Io ero andato in pensione e mi offrii, così lui mi volle dalla mattina dopo nel suo Ufficio Liturgico al Vicariato e cominciai a dattiloscrivere gli articoli di “Culmine e fonte”. Poi, quando fu ordinato Vescovo, con l’incarico della Pastorale sanitaria, mi prese come suo segretario (e autista) personale, fin quando, nell’autunno 1993, assunse la responsabilità della Diocesi di Sora. Divenni poi segretario di mons. Armando Brambilla, il Vescovo che lo sostituì per la Pastorale sanitaria.

Giulio Stella morì cinque anni dopo l’ordinazione, all’età di 45 anni. Alberto Papotti fu poi ordinato presbitero il 16 febbraio 1995.

E poi gli altri

Val la pena di ricordare gli esercizi spirituali della Comunità del diaconato a Santa Marinella, da venerdì 24 a domenica 26 aprile 1987, nei quali Padre Luca volle che le meditazioni fossero affidate ai diaconi Serafini e Stella, ai candidati Filippi e Sigismondi e anche Lucia Valenti, moglie del diacono Angelo.

Il 21 novembre 1987 il Cardinal Poletti ordinò i seguenti otto diaconi: Umberto Borra, Marco Brusadin, Antonio Cappelli, Oreste Caramanica, Armando Filippi, Giovanni Giulianelli, Giancarlo Palazzi e Giovanni Pennacchio.

Intanto padre Luca Brandolini veniva eletto Vescovo il 29 ottobre 1987 e consacrato il 7 dicembre, con il compito di ausiliare per la pastorale sanitaria della Diocesi.

In quegli anni, nella formazione al diaconato cominciò l’assiduo coinvolgimento delle mogli, furono avviati gli incontri mensili nelle case degli aspiranti a cura di Bencetti e Filippi e fu istituita la figura del garante, allora scelto dal candidato, per accompagnarlo nell’ultimo periodo di formazione. Padre Luca volle anche che i diaconi appena ordinati fossero presentati nelle loro parrocchie.