Diaconi e Presbiteri

Il giorno 23 febbraio 2018 presso il Seminario Romano, in occasione della riunione settimanale del Diaconato di Roma, si è tenuto un incontro dal titolo “Rapporti tra il Diacono e il Presbitero”.

Un confronto svoltosi sotto forma di dialogo tra il Diacono Rinaldo di Toro e il Presbitero Don Paolo Aiello strutturato e articolato in quattro ambiti tematici: 1) La comprensione e la conoscenza della figura del Diacono, 2) L’ascolto di Dio come elemento comune ai due ministeri, 3) Il rapporto con il Vescovo: struttura gerarchica verticale o triangolare, 4) Il ruolo delle spose.

Si evidenziano alcuni dei punti più significativi emersi nel corso del dialogo.

Troppo poco tempo è trascorso dal Concilio Vaticano II perché possa essere acquisita e fatta propria nella sua totalità la nuova dimensione della Chiesa Ministeriale.

L’accoglienza reciproca è stata ritenuta un fattore propedeutico all’integrazione spirituale.

La formazione dei presbiteri non sempre tiene nel giusto conto il nuovo Ministero del Diaconato Permanente, e questo si riflette in alcuni casi sul livello qualitativo delle relazioni tra i Diaconi e i Presbiteri. Questo purtroppo crea, alcune volte, competizione tra queste due figure ancorché entrambe perseguano lo stesso fine.

La fatica e l’impegno formativo affrontato dai Diaconi, porta spesso questi ultimi a cercare di vedere, al termine della loro preparazione, riconosciuto il proprio ruolo, e questo non sempre valorizza quella che dovrebbe essere una complementare e armonica attività di servizio al popolo di Dio.

È richiesto tempo e pazienza, bisogna prima conoscersi e farsi conoscere e per fare questo è essenziale pregare insieme.

L’umiltà e la preghiera sono elementi fondamentali per mettersi in ascolto dello Spirito, e questo crea, intorno alla persona del Vescovo, sempre comunione.

Al Diacono è riconosciuto l’importante compito di portare la dimensione familiare all’interno del Presbiterio della Parrocchia.

Molti Presbiteri, per effetto del loro cammino formativo, rimangono strutturalmente “figli” e hanno difficoltà a rendersi conto di molti aspetti della vita reale, pratica, di cui la famiglia diaconale è portatrice.

Un ruolo particolare è svolto dai figli del Diacono che sono, all’interno della famiglia, di stimolo e contribuiscono sempre a dare alla vita quotidiana una dimensione concreta.

Il modello gerarchico ritenuto più adeguato, per un efficace servizio al popolo di Dio, è considerato quello concepito per cerchi concentrici orizzontali rispetto a quello verticale. Questo modello è quello che meglio valorizza la funzione di servizio del Diacono nel pieno rispetto di quanto stabilito sull’argomento dal Vaticano II.

Al termine del confronto/dialogo c’è stata una grande convergenza sul ruolo diaconale della sposa che spesso nel nascondimento e nell’umiltà sostiene il Ministero del Dicono, aiutandolo a essere sempre ultimo e a migliorare la qualità del suo essere.