Professione di fede e giuramento ordinandi

Nella solennità della preghiera del Vespro, presieduto dal Vescovo – delegato per il
Diaconato Permanente, Mons. Giampiero Palmieri, lunedì 21 Ottobre, nella sala
Tiberiade del Pontificio Seminario Romano Maggiore, i candidati al diaconato della
diocesi di Roma hanno emesso la loro solenne professione di Fede.
I candidati Ivo Candiolo, Massimo Di Marco, Angelo Riccobene, Alessandro
Sciolari, Generoso Simeone, Massimo Tuninetti e Marcellus Udugbor Okenwa
così come prescritto dal canone 833 del CIC hanno pubblicamente professato la loro
Fede con la formula niceno-costantinopolitana e successivamente, hanno giurato
fedeltà nell’assumere un ufficio da esercitare a nome della Chiesa.
Tale rito, in precedenza prescritto solo per i Vescovi, trae fondamento normativo dal
Codice di Diritto Canonico, che prevede, per quelli che devono essere promossi
all’ordine del diaconato l’obbligo di emettere personalmente la professione di Fede
secondo la formula approvata dalla Sede Apostolica.
L’attuale formula, così come il giuramento di fedeltà, furono approvati da San
Giovanni Paolo II nell’udienza concessa al prefetto della Congregazione per la
Dottrina della Fede, card. Joseph Ratzinger il 1 luglio 1989.
Come formula della Professio Fidei è riproposta integralmente la prima parte del
precedente testo in vigore dal 1967, la seconda parte è stata modificata,
suddividendola in tre commi ai fini di meglio distinguere il tipo di verità e il relativo
assenso richiesto. La formula dello Iusiurandum fidelitas in suscipiendo officio
nomine Ecclesiae exrcendo, intesa come complementare alla Profissio Fidei, è di
nuova composizione al fine di renderla più conforme all’insegnamento del Concilio
Vaticano II e dei documenti successivi. Accompagniamo con la preghiera questi nostri fratelli ormai prossimi all’ordinazione.