FAQ su Nuovo "Consiglio Pastorale Parrocchiale" (CPP)

ATTUALI CONSIGLI PARROCCHIALI

Lo statuto non entra volutamente in merito a tali specificità.
Possiamo suggerire queste opzioni:

  1. Il CPP attuale può decidere di sciogliersi e avere cura di accompagnare tutta la comunità verso la costituzione del nuovo CPP animando l’eventuale Assemblea e orientando la nomina dei nuovi membri sulla base del nuovo statuto.
  2. Il CPP attuale può verificare la propria costituzione e le proprie finalità operative alla luce delle intuizioni del nuovo statuto: dove necessario, integrare i membri, ridefinire i ruoli, scegliere un Direttivo e impostare il proprio lavoro sulla linea della chiamata ad essere un organo di comunione, corresponsabilità e discernimento comunitario.

NATURA E FUNZIONE del CPP

Come indicato nel nuovo “Statuto del CPP” (SCPP), il CPP è un organo consultivo (SCPP, Natura e funzione, §2). Il parroco ha responsabilità ultima sulla parrocchia e pertanto è chiamato a prendere ogni decisione finale, ma il CPP è un organismo di aiuto al parroco nelle sue funzioni decisionali, essendo un luogo di studio, di analisi, di confronto, di discernimento, con una visione di fondo aperta anche e soprattutto all’esterno della parrocchia.

AMMISSIBILITÀ DEI CANDIDATI

I membri del CPP devono essere maggiorenni, aver completato l’iniziazione cristiana, essere operanti stabilmente in Parrocchia, essere in piena comunione con la Chiesa cattolica. Secondo il tenore del can.317§4 del Codice di Diritto Canonico, non possono assumere mansioni direttive nel CPP coloro che occupano ruoli direttivi nei movimenti politici e sindacali. (SCPP, 11)

L’appartenenza al CPP richiede che i membri che ne fanno parte esprimano un pieno senso della Chiesa e della comunità. Ciò non può darsi nel caso di posizioni o scelte personali che esulino dalla piena comunione.
È cura dei Parroci informare i potenziali candidati dei requisiti e del loro significato, ed eventualmente non accettare quelle candidature che siano in contrasto con essi.

I membri del Direttivo sono il Parroco, il Segretario, due membri eletti dal Consiglio (art. 15c), con i compiti stabiliti dall’art. 18 dello Statuto.

Fermi restando i princìpi espressi dagli art. 2 (Natura e funzione) e 3 (Finalità) dello Statuto, possono essere membri del direttivo del CPP anche coloro che ricoprono incarichi direttivi in comitati di base e di quartiere, purché non si tratti di comitati di natura politica o sindacale.

ASSEMBLEA PARROCCHIALE

Per favorire la partecipazione di tutti i fedeli alla vita parrocchiale, il nuovo statuto offre la possibilità di eleggere i membri del CPP attraverso un’Assemblea Parrocchiale (SCPP, 8 §g). Se il parroco decide di adottare questa modalità di selezione, può invitare per tempo i fedeli a partecipare a tale assemblea, illustrando le motivazioni e le finalità di questo evento, e contemporaneamente chiedendo di comunicare in anticipo l’eventuale disponibilità di qualche fedele a far parte del CPP in via di formazione. Verrà
quindi preparata una lista dei fedeli che vorranno aderire a questa richiesta e il giorno dell’elezione sarà distribuita una scheda con i loro nomi, attraverso la quale i partecipanti all’assemblea esprimeranno la loro scelta.

COMPOSIZIONE DEL CPP

Ricevuta la nuova Costituzione del Vicariato di Roma da parte del Santo Padre, il Consiglio Episcopale ha ritenuto opportuno chiedere ai membri delle varie équipe pastorali parrocchiali di convergere all’interno del CPP, (alcuni come membri nominati, altri presentandosi all’elezione).

MEMBRI ELETTI

In accordo con la nuova Costituzione Apostolica del Vicariato di Roma (IEC, Proemio, §6), il CPP nasce come uno spazio aperto a tutti i fedeli e deve essere espressione di tutta la comunità parrocchiale (SCPP, Natura e funzione, §2). Il parroco ha la funzione di guida e coordinatore, ma non deve selezionare preventivamente i fedeli che potranno essere scelti come membri del CPP.

Il CPP è un organismo di comunione. È bene che quanti ne fanno parte, a partire dagli operatori e animatori delle diverse aree dell’azione pastorale, vivano in prima persona la sfida di lavorare insieme in comunione. A tale scopo, catechisti, operatori della liturgia, della carità e della missione, possono riunirsi e scegliere in comunione due rappresentanti che presenteranno le istanze e le esigenze di tutto il mondo degli operatori pastorali.

Da recenti studi risulta che a Roma, circa l’80% dei fedeli che frequentano la messa domenicale, non è inserito in gruppi, movimenti, associazioni o gruppi di servizio (catechesi, liturgia e carità) attivi nella propria comunità parrocchiale. L’inserimento di tre rappresentanti della comunità dei fedeli nasce quindi dall’esigenza di non escludere dal CPP la rappresentanza della maggioranza numerica dei fedeli appartenenti alla comunità.

MEMBRI NOMINATI

All’interno del CPP possono essere presenti membri scelti dal parroco in virtù di un rapporto di fiducia o per competenze specifiche (possono ad esempio contribuire alla formazione di Commissioni di lavoro (SCPP, 15 §d). Come i membri di diritto e i membri eletti, anche i membri nominati dal parroco hanno diritto di voto.

Lo Statuto non entra espressamente nel dettaglio dei criteri e delle modalità di elezione dei due membri dal Direttivo.
Il Direttivo è per sua costituzione un organo di servizio del CPP; quindi, è opportuno che chi si candida e viene eletto sia disposto ad assumere la responsabilità di partecipare all’organizzazione del CPP.
Circa la modalità di elezione, si può procedere con una votazione (segreta o meno) dei membri.

DIRETTIVO

Da chi è composto e quali sono i compiti del Direttivo?

Il Direttivo è composto da un gruppo di membri elette al proprio interno dal CPP ed è visto come una sorta di “facilitatore”, rispondendo al bisogno di rendere snello il lavoro del CPP, ma non esercitando alcun controllo su di esso.
Il Direttivo ha compiti ben indicati dallo statuto (SCPP, 18), tra i quali, c’è quello di individuare, insieme al parroco, gli argomenti di principale interesse da trattare nelle sedute del CPP, fermo restando che ogni componente del CPP o il CPP in quanto tale, può comunque individuare e proporre altre tematiche da affrontare.

Il Direttivo è composto da un gruppo di membri elette al proprio interno dal CPP ed è visto come una sorta di “facilitatore”, rispondendo al bisogno di rendere snello il lavoro del CPP, ma non esercitando alcun controllo su di esso. Il Direttivo ha compiti ben indicati dallo statuto (SCPP, 18), tra i quali, c’è quello di individuare, insieme al parroco, gli argomenti di principale interesse da trattare nelle sedute del CPP, fermo restando che ogni componente del CPP o il CPP in quanto tale, può comunque individuare e proporre altre tematiche da affrontare.

Il Direttivo, d’intesa con il parroco, per l’ambito d’appartenenza del membro decaduto, individua una persona (preferibilmente) tra i non eletti alle elezioni avvenute durante l’Assemblea parrocchiale.

Come maturare un Odg nel Direttivo? Quali passaggi è possibile suggerire per impostare un incontro del CPP?

Il Direttivo, riunendosi preventivamente alla seduta del CPP, individua l’ordine del giorno, tenendo conto di quanto emerso negli incontri del CPP favorendo il discernimento comunitario richiesto tra le principali finalità del CPP.
L’incontro del CPP è consigliabile sia impostato a partire dalla preghiera, da un eventuale approfondimento che riconduca al senso ecclesiale e dall’individuazione dei temi prioritari per la Comunità.
Suggeriamo all’inizio del percorso con il nuovo CPP di partire dall’eventuale ascolto della comunità parrocchiale svolto negli anni precedenti o comunque di mantenere sempre attivo l’atteggiamento di ascolto di tutti circa le questioni che mergono di maggiore interesse.
Tra le questioni proprie del Direttivo, da proporre al CPP, dovrebbero riguardare temi quali la formazione degli operatori pastorali, la comunione tra i gruppi/movimenti/associazioni della Parrocchia, la collaborazione interparrocchiale, l’individuazione delle priorità del territorio ecc.

Per la frequenza delle convocazioni non sarebbe preferibile fissare solo un numero minimo, lasciando la possibilità di un numero maggiore a fronte di effettive necessità?

Lo statuto indica che il CPP si debba incontrare PREFERIBILMENTE una volta ogni due mesi. (art.21)
Ciò, tuttavia, non esclude che il consiglio stesso valuti per motivi contingenti di vedersi con una frequenza maggiore o di incontrarsi per sottogruppi o commissioni con un focus, obiettivo specifico e ben definito.
Si suggerisce comunque di non vedersi con una frequenza più ampia dei due mesi suggeriti.

Dall’Art.2 _ Il CPP è "l'organismo ordinario della comunione ecclesiale, del discernimento comunitario e della corresponsabilità" (IEC 24). Ci potete accennare brevemente cosa intendono queste parole?

Queste tre dimensioni, costitutive della natura della chiamata del CPP, possono essere frutto di approfondimento, preghiera e confronto all’interno del CPP stesso perché si giunga a un sentire e un linguaggio condiviso.
L’autorità̀ per eccellenza è quella della Parola di Dio, che deve ispirare ogni incontro degli organismi di partecipazione, ogni consultazione e ogni processo decisionale. Perché́ questo accada è necessario che, ad ogni livello, il riunirsi attinga senso e forza dall’Eucaristia e si svolga alla luce della Parola ascoltata e condivisa nella preghiera. (documento conclusivo della prima Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi (4-29 ottobre 2023) “Una Chiesa sinodale in missione”)
In linea generale possiamo così specificare il significato di queste parole:
Comunione ecclesiale:
La comunione ecclesiale è il luogo in cui si rivela il sentire, l’appartenenza alla porzione di popolo di Dio che si riunisce in quella parrocchia.
Siamo chiamati a dire “NOI” con tutto il popolo di Dio
Discernimento comunitario:
leggere le situazioni in modo evangelico e preparare le decisioni per il bene
della comunità cristiana
Siamo chiamati insieme, nell’esercizio della preghiera costante alla luce della Parola di Dio, dell’ascoltarsi, approfondire per meglio comprendere, del proporre, nel predisporre le condizioni per la scelta
Corresponsabilità:
La corresponsabilità̀ è per la missione: la missione è annunciare Cristo
Siamo chiamati a riconoscere che “a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune” (1Cor. 12,7): siamo responsabili di questa chiamata personale che ci porta insieme a pensare e supportare scelte per la missione.
È sentirsi parte di una comunità e decidi con lei, quindi ne condividi le responsabilità.

Quale è l’ età massima per i “giovani” ?

Non ci sono indicazioni in merito. Potremmo considerare le persone che fanno parte dei gruppi giovanili indipendentemente dall’età anagrafica.

Nelle Parrocchie dove c’ è una sola aggregazione laicale, i 2 rappresentanti vanno tutti e 2 a lei?

Lo Statuto non si pronuncia in merito. Nulla osta però che l’aggregazione laicale sia presente nel nuovo CPP con 2 membri

Pensiamo di identificare i votanti con nome, cognome e data di nascita. Dobbiamo sottostare alle norme sulla Privacy ?

Lo Statuto non contempla la necessità di identificare i votanti. Suggeriamo di non richiedere loro nessun tipo di dato.

La nuova composizione del CPP va comunicata successivamente al Vicariato?

Si. Comunicando gli indirizzi mail alla Segreteria Generale, (segreteriagenerale@diocesidiroma.it ).

Le schede elettorali, dopo lo scrutinio, possono essere buttate?

SI

Bisognerà tenere un Registro dei Verbali del CPP?

SI