Il cardinale De Donatis scrive ai fidei donum per la Pentecoste

Il cardinale De Donatis e Papa Francesco all'assemblea diocesana del 9 maggio 2019 (foto Cristian Gennari)

«Carissimo, la grande Solennità della Pentecoste mi fa pensare a tanti sacerdoti come te con maggiore intensità e affetto: voi siete i nostri preti che incarnano la missione “fino agli estremi confini della terra” (Mt 28,19), portate nel vostro cuore il fuoco dello Spirito che fece uscire gli Apostoli dal Cenacolo. Siete la nostra Chiesa che impara a “parlare lingue nuove” (cfr. Mc 16,17), rendendo comprensibile in culture diverse dalle nostre – per la medesima effusione dello Spirito – il Vangelo di Gesù e la comunione offerta in Lui». Così il cardinale vicario Angelo De Donatis scrive ai sacerdoti fidei donum, in occasione della Pentecoste.

«Non abbiamo molte occasioni per sentirci e raccontarci come vadano le cose – si legge ancora – ma devi sapere che se anche la comunicazione scritta tra noi ha ampi margini di miglioramento, non cessa mai la mia intercessione per il tuo ministero». Una lettera affettuosa e partecipa, nella quale il porporato coglie anche l’occasione per «aggiornarti di come le cose vanno qui in diocesi», ricordando il cammino pastorale compiuto finora sulle malattie spirituali, il fare memoria, la riconciliazione e il perdono.

«Lo scorso 9 maggio – scrive il cardinale De Donatis – il Papa è tornato a San Giovanni per incontrare la sua diocesi e indicare le linee del prossimo anno, in continuità con il processo di rinnovamento avviato. Ci ha indicata come nuova tappa quella dell’“ascolto con il cuore” (così si è espresso) della città: come Mosè fu inviato al popolo di Dio tribolato in Egitto, così la Chiesa di Roma vorrebbe reimparare ad ascoltare e a capire – grazie a questo ascolto – a che cosa il Signore la chiama e la invia. Si tratterà di mettere al centro delle nostre attività non tanto quello che siamo abituati a organizzare da tempo, ma la creazione di rapporti di amicizia, presenza, fraternità, grazie i quali discernere la presenza di Dio tra noi, qui e ora».

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6 giugno 2019