Ente



Parrocchia diocesana  – S. Gioacchino in Prati

(PAR036)(1346/87)

Piazza dei Quiriti 17 – 00192 Roma

Settore  Ovest –  Prefettura  XXXII – 1º Municipio  –  Prati  

Titolo Presbiteriale:  BRENES SOLÓRZANO S.Em. Card. Leopoldo José

Affidata a:  Congregazione del Santissimo Redentore – Redentoristi – Liguorini (C.SS.R.)

Contatti

Telefoni Mail Sito WEB Note
telefono   –   063216659
fax   –   0686703882
sangioacchino@diocesidiroma.it


Incaricati attuali:

Incaricato Data nomina N. Decreto Data inizio Data fine
Parroco   – 

SULKOWSKI P. Piotr

01/11/2016 1474/16 01/11/2016


Luoghi sussidiari di culto:

Chiesa annessa   Santissima Trinità
Via Pompeo Magno 21 – 00192 Roma

  Cappella della casa di cura S. Famiglia
Via dei Gracchi 134 – 00192 Roma


Orari:
Messe 1° ottobre – 31 maggio giorni festivi ore 9.00, 10.30, 12.00, 13.00 e 18,30. Feriali 8.00, 9.30, 11.00 e 13.00, no sabato, e 18.30.
Dal 1° giugno al 30 giugno giorni festivi ore 9.00, 10.30, 12.00, 13.00 e 19.00. Feriali ore 8.00, 9.30, 11.00, 13.00, no sabato, e 19.00.
Dal 1° luglio al 30 settembre festivi ore 9.00, 10.30, 12.00, 19.00. Feriali ore 8.00, 9.30 e 19.00.

Gruppi:
Azione cattolica
Volontariato vincenziano
Conferenza di S. Vincenzo
Gruppo giovani sposi
Nuova evangelizzazione


Enti presenti nel territorio della Parrocchia:   14

Casa di cura S. Famiglia
Via dei Gracchi 134 – 00192 Roma

Casa generalizia e di procura dei Fratelli cristiani
Via Marcantonio Colonna 9 – 00192 Roma

Casa generalizia delle Suore di S. Marta
Via Virginio Orsini 15 – 00192 Roma

Convitto ecclesiastico Leoniano
Via Pompeo Magno 21 – 00192 Roma

Casa Beata Margherita Caiani
Via Fabio Massimo – 00192 ROMA


Stradario Parrocchiale:

•  Piazza della Libertà  –  00192  –  ROMA  (  numeri 20, 21, 22 e 23  )  

•  Piazza dei Quiriti  –  00192  –  ROMA

•  Viale Giulio Cesare  –  00192  –  ROMA  (  numeri dispari da 1 a 83  )  

•  Via Germanico  –  00192  –  ROMA  (  numeri pari da 176 in poi, dispari da 197  )  

•  Via Pompeo Magno  –  00192  –  ROMA

•  Via Paolo Emilio  –  00192  –  ROMA

•  Via Virginio Orsini  –  00192  –  ROMA

•  Via Ezio  –  00192  –  ROMA

•  Via Fabio Massimo  –  00192  –  ROMA  (  numeri pari  )  

•  Piazza Cola di Rienzo  –  00192  –  ROMA  (  numeri dispari da 25 a 91  )  

•  Via Cola di Rienzo  –  00192  –  ROMA  (  numeri dispari da 1 a 223  )  

•  Via Attilio Regolo  –  00192  –  ROMA

•  Via Alessandro Farnese  –  00192  –  ROMA

•  Via degli Scipioni  –  00192  –  ROMA  (  numeri dispari da 175 in poi, pari da 220  )  

•  Lungotevere Michelangelo  –  00192  –  ROMA  (  tutti i numeri da 1 a 7  )  

•  Via Marcantonio Colonna  –  00192  –  ROMA

•  Via dei Gracchi  –  00192  –  ROMA  (  numeri pari da 114 in poi, dispari da 123  )  

•  Via Duilio  –  00192  –  ROMA


Storia:
S. Gioacchino è detta “chiesa pontificia” perché appartiene al Papa. Gli appartiene sia perché fu offerta – dono dei cattolici di tutto il mondo – a Leone XIII e, di conseguenza, ai suoi successori; sia perché il Papa, quel “regalo” dovette, in gran parte pagarselo. Il “dono” gli fu fatto in occasione del 50° anniversario della sua ordinazione sacerdotale da poco trascorsa, e di quella, imminente, episcopale; ma egli stesso, diversi mesi prima, aveva espresso il desiderio di costruire una chiesa in onore del suo santo protettore. Ricordiamo che il nome di battesimo e di famiglia di Leone XIII era Gioacchino Pecci. Fu lo stesso Pontefice ad approvare il progetto, ad affidarne la costruzione all’ingegnere Faffaele Infami, a darne la direzione all’abate francese Antonio Brugidou, e a stabilire che la nuova chiesa fosse sede stabile dell’adorazione riparatrice a Gesù sacramentato. L’abate si mise subito all’opera acquistando, il 25 aprile 1891, il terreno al prezzo di 135.013 lire. La costruzione era stata iniziata solennemente con la posa, il 1° ottobre 1891, della prima pietra. Intanto, sempre dall’intraprendente Brugidou, era stato rivolto un appello ai cattolici di tutto il mondo perché contribuissero alla costruzione del tempio da dedicarsi a S. Gioacchino e da offrirsi al Papa, come dono di tutti i suoi figli. Ventisette nazioni risposero generosamente all’appello. 14 di esse con la loro eccezionale partecipazione, adornarono ognuna una cappella che ne porta il nome; esse sono: Brasile, Portogallo, Baviera, Polonia, Canada, Inghilterra, Stati Uniti, Spagna, Francia, Italia, Belgio, Olanda, Irlanda, Argentina.Fu proprio questa entusiastica risposta dei paesi cattolici a far perdere definitivamente la testa al Brugidou, il quale si affretto subito ad aggiungere la grandiosa cupola al progetto originario che non la prevedeva. La copertura con lastre di alluminio della cupola ottogonale, dei due torrini ottagoni a copertura delle scale a chiocciola sul lato Nord, e delle tre semicupole laterali, veniva ultimata nel 1897. Per mancanza di fondi invece non fu mai iniziato il campanile che era stato progettato alla destra del tempio, totalmente staccato da esso. Dopo sette anni di lavoro febbrile, fra gioiosi entusiasmi e preoccupazioni avvilenti, la chiesa era pronta per essere aperta al culto. L’inaugurazione avvenne il 20 agosto 1898. Il 20 luglio dello stesso anno, Leone XIII ne aveva affidato la cura ai Padri Redentoristi con “Motu Proprio” nel quale riassumeva le vicende liete e tristi della costruzione. Il 27 agosto 1898 i Padri Redentoristi prendevano possesso della chiesa che S. Pio X eleverà a Parrocchia il 1° giugno del 1905. La chiesa fu consacrata il 6 giugno del 1911. Il Papa Giovanni XXIII, il 12 marzo 1960, la insignirà del titolo cardinalizio. Oltre al lavoro spirituale i Redentoristi si dovettero anche preoccupare di portare a termine i gravosi lavori di rifinitura della chiesa: perché ad eccezione delle stupende vetrate e di parte del pavimento in marmo, c’era ancora tutto da fare. Vi si prodigarono con coraggio e spirito di sacrificio. Per i lavori di pittura, di scultura e di decorazione chiamarono le più quotate firme dell’ultimo ottocento: Eugenio Cisterna, Sivio Galimberti, Virginio Monti, Giovanni Gagliardi, Michele Tripisciano, Attilio Palombi, Cesare Cappabianca. (tratta dalla pubblicazione “S. Gioacchino in Prati” di P. Ezio Marcelli).
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