Joy, Rita e Isoke sono tre donne accomunate da uno stesso, difficile, percorso di vita: sono passate attraverso la tratta e le violenze, ma sono riuscite a uscirne. Al loro fianco, suor Rita Giaretta e suor Eugenia Bonetti, che le hanno aiutate e continuano a sostenere tante altre donne. Le loro storie sono raccontate nel docufilm “Sue”, di Elisabetta Larosa, che sarà presentato domenica prossima (28 novembre) alle 17 nella Sala Miriam della parrocchia di San Gabriele dell’Addolorata (via Ponzio Cominio, 93), in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che ricorre il 25 novembre. Al termine della proiezione, un segno concreto: verrà inaugurata una panchina rossa posta davanti all’entrata della chiesa, simbolo della lotta contro ogni forma di violenza sulle donne.
L’iniziativa è promossa in collaborazione con la Casa del Magnificat, che ha sede nel territorio parrocchiale, e accoglie donne che vengono da situazioni difficili. A gestirla c’è proprio suor Rita Giaretta, che già a Caserta, negli anni Novanta, aveva fondato Casa Rut. «La Casa del Magnificat segna l’evoluzione di un cammino, nasce dal desiderio di fare “sororità” insieme, di essere “sorelle tutte” come dice Papa Francesco – spiega la religiosa delle Orsoline del Sacro Cuore di Maria –. Più che casa di accoglienza, mi piace chiamarla casa di ospitalità, dove le fragilità e le violenze diventano una forza di ricchezza e di trasformazione. Attualmente ci vivono stabilmente due ragazze, che vengono da situazioni difficili». Una di loro, Joy, protagonista del libro “Io sono Joy”, con prefazione di Papa Francesco: «La sua storia rappresenta un po’ quella di tutte le sue amiche e sorelle – sottolinea suor Rita –. Ora porta avanti un cammino di sensibilizzazione e informazione, perché di fronte alla violenza sulle donne, a questo crimine contro l’umanità che è la tratta, l’unica cosa da fare è incidere a livello culturale, creare una sensibilità nuova».
Vanno in questo senso, infatti, il documentario di Larosa e l’installazione della panchina rossa. «È un simbolo che ci interpella – riflette –, ci invita a chiederci: da che parte stiamo? Da quella del dominio o da quella dell’empatia, della sopraffazione o della gentilezza? Vuoi insanguinare ancora questa terra, o stendere braccia e mani per prenderti cura degli altri? In una zona popolosa come il quartiere Don Bosco, vogliamo essere un piccolo presidio, sale e lievito di un territorio, accanto a tante donne che hanno subito o continuare a subire violenza affinché questo dramma venga fermato».
Per partecipare, per motivi di spazio, è necessario confermare la presenza in segreteria parrocchiale: 067610441. Sarà necessario esibire il green pass.
22 novembre 2021