Domani inizia il Conclave

Foto Diocesi di Roma / Gennari

Tutto è pronto nella Cappella Sistina per accogliere i 133 cardinali chiamati a eleggere il nuovo pontefice: il Conclave prenderà il via domani alle ore 16.30. I cardinali elettori provengono da tutto il mondo: 52 sono europei e, di questi, 17 elettori sono italiani. Gli altri continenti saranno rappresentati da 23 cardinali elettori asiatici, 17 africani, 17 sudamericani, 16 nordamericani, 4 centroamericani e 4 dell’Oceania.

Domani mattina, alle ore 10, il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, presiederà nella basilica di San Pietro la Messa “pro eligendo Pontifice”, l’ultimo atto pubblico prima dell’ingresso dei cardinali elettori (sotto gli 80 anni) nella Cappella Sistina. I cardinali presteranno giuramento ponendo la mano sul Vangelo. Il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, l’arcivescovo Diego Ravelli, pronuncerà l’«extra omnes», il “fuori tutti” che sancisce l’inizio vero e proprio del Conclave.

Sarà allora il momento della seconda meditazione, affidata pure a un cardinale, ma impossibilitato – per limiti di età – a partecipare alle operazioni di voto: padre Raniero Cantalamessa. Dopo usciranno dalla Sistina lo stesso Cantalamessa e il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie. Il compito di verificare la riservatezza e la correttezza di quanto avverrà spetta al camerlengo, il cardinale Kevin Joseph Farrell, e ai tre cardinali assistenti pro tempore, Marx, Tagle e Mamberti, il 73 enne porporato francese, nato in Marocco, che da “protodiacono” avrà l’importante ruolo di annunciare al mondo l’elezione e il nome del nuovo Papa dalla loggia della basilica di San Pietro.

Le regole per l’elezione sono stabilite nella costituzione “Universi Domini Gregis”, emanata da Giovanni Paolo II nel 1996 e rimaneggiata da Benedetto XVI, che intervenne sul tema con la Lettera apostolica De aliquibus mutationibus in normis de electione Romani Pontificis, dell’11 giugno 2007. Oggi, dunque, per eleggere il 267° successore di Pietro, è richiesta la maggioranza dei due terzi di voti dei Cardinali elettori presenti. Al momento del primo scrutinio, i cardinali scrivono il nome del loro candidato su una scheda, la piegano e la depositano in un calice. Le schede vengono poi scrutinate e i risultati vengono annunciati. Se nessuno ottiene la maggioranza richiesta (due terzi dei voti), le schede vengono bruciate, producendo una fumata nera che segnala al mondo che l’elezione non è ancora avvenuta, e si passa dunque ad una nuova votazione. Quando la fumata sarà invece bianca, significa che l’elezione del nuovo Papa è avvenuta.

Come detto, sarà il protodiacono Mamberti ad annunciarlo al mondo, pronunciando l’atteso “Habemus Papam”.

6 maggio 2025