Riflessione del cardinale vicario Baldo Reina pubblicata sull’edizione odierna de “La Stampa”.
“Allora i discepoli, accostatisi a Gesù in disparte, gli chiesero: «Perché noi non abbiamo potuto scacciarlo?». Ed egli rispose: «Per la vostra poca fede. In verità vi dico: se avrete fede pari a un granellino di senapa, potrete dire a questo monte: spostati da qui a là, ed esso si sposterà, e niente vi sarà impossibile. Questa razza di demòni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno» (Mt 17,19-21)”.
I discepoli non erano riusciti a liberare dal maligno una persona portata davanti a loro dal padre. Raccontano al Maestro il loro fallimento e chiedono come mai non erano stati in grado di compiere quel miracolo. Gesù risponde riportando il tutto alla mancanza di fede e alla necessità di mettere in campo “armi” inusuali ma efficaci: digiuno e preghiera. Qualche giorno fa Papa Leone XIV ha chiesto ai cristiani di tutto il mondo di vivere una giornata di digiuno e di preghiera in occasione della memoria liturgica della Beata Maria Vergine Regina, invocata anche come la “Regina della pace”, perché si arrivi presto alla pace “disarmata e disarmante” in tutto il pianeta. Ci si potrebbe interrogare sul senso del digiuno e della preghiera e sull’incidenza che possono avere rispetto ai conflitti bellici. Serve digiunare e/o pregare?
L’episodio raccontato dal Vangelo di Matteo mi permette di cogliere l’essenza di queste due vie, espressioni di una relazione profonda con Dio. Insieme all’elemosina fanno parte di alcune pie pratiche suggerite già nel mondo ebraico e riprese da Gesù all’inizio del suo ministero (Mt 6). L’idea di fondo è riscoprire le tre grandi coordinate della vita di ogni credente: il rapporto con Dio (la preghiera); il rapporto con gli altri (l’elemosina) e il rapporto con se stessi (il digiuno).
E in questo perimetro la capacità di ritornare all’essenziale, a ciò che davvero conta e a ciò che è utile per una vita pienamente umana e autenticamente cristiana. La sensazione che si ha oggi è che sia saltato proprio quest’impianto. Di fatto, in tanti, pensano di fare a meno di Dio organizzando il vivere umano attorno alla ricerca del profitto e del piacere. La perdita del fascino della Trascendenza ha determinato un triste livellamento verso le cose terrene, svuotate di senso e di bellezza. Assecondando l’adagio secondo cui “Dio è morto!” è veloce il passaggio alla morte e all’uccisione del fratello. Siamo tanti, viviamo l’uno accanto all’altro ma siamo tristemente soli. E tutto questo ci ha fatto perdere il rapporto con noi stessi. Non sappiamo più cosa è davvero importante “in sé”; al massimo riusciamo a stabilire cosa è importante “per me”.
Gli oltre 50 conflitti che ogni giorno insanguinano il nostro pianeta sono figli di questa logica distruttiva in cui qualcuno pensa di potersi affermare perché si ritiene più forte dell’altro e perché vuole accaparrare beni, territori, risorse che ritiene propri. Per farlo si uccide con disprezzo assoluto per la vita. Si distruggono ospedali, scuole, case. Si uccidono bambini, ammalati, giovani e anziani. Il forte appello di Papa Leone serve a scuotere l’intera umanità (o almeno quanti si professano cristiani) rispetto al torpore che rischia di diventare abitudine e che ci porta a ragionare su logiche di puro calcolo umano, di incontri ad alto impatto mediatico che poi nulla o poco risolvono o di previsioni che vengono puntualmente smentite.
Digiuno e preghiera sono pratiche i cui effetti non si misurano nell’immediato. Hanno la funzione di imporci una sosta. Di metterci innanzi a Dio per ricordare che solo Lui è il Signore di tutto. Sua è la terra, ogni terra. Sua è la vita, ogni vita. Di fermarci di fronte all’ingordigia del cibo e di tutto ciò che divoriamo ogni giorno senza chiederci se davvero serva alla nostra vita. Di piegare le ginocchia e di stare a stomaco vuoto per scoprire che è un Altro che ci riempie. Solo così potremo dire al monte di spostarsi e questo si sposterà; potremo dire a un esercito di fermarsi e questo si fermerà. Solo se avremo fede in Dio e nel fratello.
23 agosto 2025