Inaugurata a Ostia la Casa del Buon Samaritano

È una nuova struttura di seconda accoglienza, pensata cioè per persone che hanno già intrapreso un percorso di integrazione e compiuto passi significativi verso l’autonomia, la Casa del Buon Samaritano, la nuova struttura inaugurata a Ostia lo scorso 21 settembre. Il progetto nasce dalla collaborazione delle parrocchie della Prefettura 26 ed è collocato presso la parrocchia di Santa Maria Stella Maris. I volontari provengono dalle diverse comunità parrocchiali e contribuiscono non solo alla gestione della casa, ma anche alla crescita ecclesiale della prefettura, già segnata da numerosi segni di carità.

All’inaugurazione erano presenti, tra gli altri, il vicegerente della diocesi nonché vescovo del settore Sud monsignor Renato Tarantelli Baccari; il direttore della Caritas di Roma Giustino Trincia e il vice direttore don Paolo Salvini; il parroco prefetto della prefettura 26 don Giovanni Patanè; il parroco don Carol Iakel: e Léa Ruiz-Pacouret, in rappresentanza dei Pii Stabilimenti, tra i principali sostenitori della ristrutturazione dei locali.

I coordinatori dei volontari, Ilda Grassi e Andrea Collacciani, hanno presentato il progetto, seguito da un momento di preghiera, dalla visita agli ambienti e da un rinfresco con gli ospiti. «Questo segno ha due scopi: aiutare alcune persone a raggiungere autonomia e aiutare le comunità a vivere la dimensione dell’accoglienza – ha sottolineato don Paolo Salvini –. Sarebbe bello che questo progetto invogli altri volontari, non solo per portare avanti la casa ma per favorire una crescita ecclesiale. La prefettura 26 sta vedendo una fioritura di segni di carità e questo si aggiunge agli altri: insieme sono risposta ai bisogni del territorio di Ostia e un’occasione per tutta la comunità di sviluppare attenzione verso le persone più affaticate, tipica della vocazione battesimale».

Il nome scelto, Casa del Buon Samaritano, richiama la parabola evangelica che invita a fermarsi accanto all’altro e a guardarlo «con gli occhi del cuore». Come ha sottolineato Ilda Grassi, «la compassione è vedere quella persona, prendersela a cuore e porre in essere un cambiamento nella realtà di entrambi». La nuova Casa, sottolineano ancora dalla Caritas, «diventa così un luogo dove l’accoglienza non si chiude mai: un cammino che sostiene chi è pronto a fare l’ultimo passo verso l’autonomia e che, allo stesso tempo, apre le comunità parrocchiali di Ostia a crescere insieme nella testimonianza della carità».

24 settembre 2025