Parrocchie e istituzioni in rete: 2mila persone seguite con “Officina delle opportunità”, progetto di Vicariato, Regione Lazio e Roma Capitale

Uomini e donne con un’età media di 44 anni, italiani e stranieri in egual misura, spesso disoccupati da oltre un anno e provenienti soprattutto dalle periferie Est e dal litorale romano. Molti di loro vivono condizioni abitative precarie – subaffitti, ricoveri temporanei, campi rom – e fragilità relazionali, come nuclei monogenitoriali o isolamento familiare. È il volto della fragilità che il progetto “Officina delle Opportunità” ha incontrato e accompagnato dal 2023 a oggi.

È stato presentato oggi, 1° ottobre, il report “Inclusione sociale e lavoro dignitoso” sui primi tre anni del progetto promosso dalla diocesi di Roma, attraverso la Caritas diocesana, in collaborazione con Regione Lazio e Roma Capitale, nata come risposta strutturale al bisogno di inclusione sociale e lavoro dignitoso dopo la pandemia. Un’iniziativa che nasce da una visione condivisa: mettere la dignità della persona al centro, costruendo una rete integrata di prossimità e fiducia tra comunità ecclesiale, istituzioni pubbliche e realtà economiche.

Al Palazzo del Vicariato di Roma, a presentare i dati salienti del progetto, sono stati con il cardinale Baldo Reina, vicario generale della diocesi di Roma, il sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, il direttore della Caritas diocesana Giustino Trincia.

«Officina delle Opportunità – ha detto il cardinale Reina – non è soltanto un progetto di inclusione lavorativa, ma un vero laboratorio di carità intelligente e riflessiva, animato dal desiderio di ascoltare, discernere e rinnovare continuamente la nostra azione. Un’iniziativa che affonda le sue radici nella Dottrina Sociale della Chiesa, che afferma la dignità inviolabile di ogni persona e riconosce il lavoro come bene comune, generatore di speranza e di futuro condiviso».

Nei tre anni del progetto sono state prese in carico circa 2.000 persone. Un quarto è giovane tra i 18 e i 30 anni, spesso NEET; un altro 26% sono adulti tra i 51 e i 59 anni esclusi dal mercato del lavoro. La distribuzione di genere è equilibrata (52% uomini, 48% donne). Gli italiani rappresentano il 52%, mentre il 48% proviene da oltre 50 Paesi: Romania, Nigeria, Perù, Bangladesh e Ucraina sono le comunità più numerose.

Molti vivono situazioni di precarietà familiare: il 24,5% vive da solo, il 10% in nuclei monogenitoriali con figli, quasi la metà (47,5%) in convivenze con genitori o parenti. Sul piano occupazionale, il 65% è disoccupato (di cui un quarto da lungo tempo) e il 18% lavora in forme precarie; le esperienze precedenti più frequenti riguardano servizi alla persona, logistica, ristorazione, commercio, artigianato ed edilizia.

Dal 2023 al 2025, 680 persone sono state abilitate all’ingresso nel mercato del lavoro e 170 hanno trovato un’occupazione regolare. La stabilità contrattuale è migliorata sensibilmente: se nel 2023 solo il 28% dei rapporti superava i sei mesi, oggi la percentuale è salita al 54%. Anche le retribuzioni hanno visto un incremento, passando da 6,5–7 euro netti l’ora a 7,5–8 euro.

Alla base del progetto c’è la rete ecclesiale: 333 parrocchie, oltre 200 Centri di Ascolto, 36 Presidi Territoriali e 2.000 volontari. Sono loro il primo punto di contatto, il presidio di prossimità che intercetta i bisogni e costruisce percorsi personalizzati di ascolto, orientamento, formazione e inserimento lavorativo, in collaborazione con istituzioni, terzo settore e imprese.

«Più che la promozione di un’agenzia rivolta indistintamente a tutti coloro che fossero alla ricerca del lavoro – ha spiegato Trincia, direttore della Caritas romana –, si è deciso di avviare un vero e proprio laboratorio di ricerca e di sperimentazione di possibili soluzioni lavorative per persone che versassero in condizioni di fragilità sociale ed economica. Officina delle Opportunità dimostra che, quando comunità, istituzioni e mondo produttivo cooperano, la speranza diventa concreta e la città può crescere più inclusiva e solidale».

1 ottobre 2025