“Rispettare, custodire, generare”: il convegno in occasione della Giornata di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi

In occasione della V Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi nella Chiesa (celebrata il 18 novembre), la diocesi di Roma organizza un momento di riflessione dal titolo “Rispettare, custodire, generare”, in programma martedì 25 novembre dalle ore 14.30 nell’Aula della Conciliazione del Palazzo Lateranense. Al termine, alle ore 17.30, si terrà la celebrazione eucaristica nella basilica di San Giovanni in Laterano, presieduta dal cardinale vicario Baldo Reina.

L’incontro approfondirà il tema della protezione dei più piccoli e vulnerabili sull’eco delle parole di Gesù: “Lasciate che i piccoli vengano a me” (Mc 10,14) attraverso tre sguardi differenti: quello giuridico, quello medico e quello della vita consacrata. In conclusione verrà presentata l’attività del Servizio per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili della diocesi di Roma. Dopo l’introduzione del cardinale Reina, prenderanno la parola Rita Salerno, presidente del Tribunale per i minorenni di Roma; Pietro Ferrara, ordinario di pediatria all’Università Campus Bio-Medico e giudice onorario del Tribunale per i minorenni di Roma; suor Tiziana Merletti, segretario del Dicastero per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. Infine Paola Pellicanò, referente del Servizio diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, e Cinzia Giordano, responsabile del Centro di ascolto. Modera padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi di Roma.

L’iniziativa, spiega Paola Pellicanò, referente del Servizio diocesano, «è stata concepita come un momento di preghiera e di riflessione comunitaria. Come Servizio diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili siamo chiamati a essere uno spazio di ascolto aperto, riservato, vigile e accogliente, per le vittime ma anche per chi venga a conoscenza di presunti abusi. Un luogo al quale chiunque può rivolgersi, ma anche un luogo di formazione e di prevenzione. In questo senso, l’obiettivo è promuovere una cultura del rispetto che divenga progressivamente mentalità condivisa: anche un solo caso di abuso è troppo! Spesso l’attenzione si concentra sui casi più eclatanti. Tuttavia esistono anche tanti comportamenti e atteggiamenti immaturi o sconvenienti, che andrebbero modificati e aiutati da una opportuna educazione al rispetto e alla cura, perché sia sempre salvaguardata la dignità infinita di ogni persona, specie se fragile e indifesa».

19 novembre 2025