La parrocchia di Sant’Enrico a Casal Monastero è cresciuta insieme al quartiere. La chiesa è stata consacrata nel 1999, mentre l’area ha iniziato a svilupparsi a metà degli anni ’90. Fin dall’inizio è stata un punto di riferimento per le prime giovani famiglie che vi si trasferirono. Oggi il quartiere conta 10mila abitanti «ed è maturato anche dal punto di vista spirituale», sottolinea il parroco, don Massimiliano Memma. Martedì 25 e mercoledì 26 marzo la comunità ha accolto il cardinale vicario Baldo Reina in visita pastorale. Un momento di condivisione sulla vita parrocchiale animata da 180 collaboratori attivi nei servizi liturgici, nella formazione catechistica, nelle iniziative di aggregazione giovanile e familiare. Significativa la presenza dei giovani tra i 14 e i 26 anni organizzati in cinque gruppi. A questi si affianca il gruppo scout Agesci Roma 84, che accoglie dai piccoli “castorini” di quattro anni fino alla comunità capi.
«Anche il cammino di fede delle famiglie riveste un ruolo centrale nella vita parrocchiale – prosegue don Massimiliano -. Cinque gruppi familiari, per un totale di 45 famiglie, si incontrano mensilmente per un percorso di discernimento e meditazione sul Vangelo, guidati da coppie dell’equipe familiare». Il tema scelto per quest’anno pastorale è “Effatà. Apriti”, «un invito all’apertura reciproca tra la comunità parrocchiale e il quartiere». In tal senso un’esperienza particolarmente significativa, «portata avanti da anni con spirito missionario», è la celebrazione della Messa nelle case. «Durante la Quaresima e il tempo di Pasqua – spiega il parroco – le famiglie possono accogliere la celebrazione e invitare i vicini di casa, creando un’occasione di incontro e condivisione».
Animati dal desiderio di rendere concreto il concetto di Chiesa “in uscita”, anche la benedizione delle famiglie segue un modello partecipativo. «Venti coppie di laici affiancano i sacerdoti – aggiunge don Memma –. Questo permette una conoscenza più profonda delle realtà del quartiere». Il fulcro della vita pastorale rimane la Parola. «La comunità si nutre della lectio divina settimanale, di ritiri spirituali e degli incontri aperti a tutti sull’omelia condivisa – sottolinea don Massimiliano -. Attraverso la meditazione del brano del Vangelo della domenica, ognuno contribuisce alla preparazione delle riflessioni domenicali».
Per il Giubileo è stata avviata anche una scuola di preghiera coordinata da don Paolo Matarrese, padre spirituale del Seminario Romano Maggiore. Il percorso, articolato in dodici incontri fino a maggio, si propone di esplorare il ciclo biblico raffigurato sulle sedici formelle della Porta Santa della basilica di San Pietro. Per quel che riguarda la pastorale della carità, il Centro di ascolto «è strutturato in modo tale da non limitarsi all’assistenza, ma aiuta e sostiene le famiglie in difficoltà economica, legale, psicologica o medica», spiega Francesco Cirillo, referente della Caritas parrocchiale che conta su 15 volontari. Ogni 15 giorni vengono distribuiti pacchi alimentari a 40 famiglie «grazie alle donazioni dei parrocchiani e alle raccolte di viveri nei supermercati del quartiere». (di Roberta Pumpo da Roma Sette)
30 marzo 2025