Afghanistan, la lettera della Caritas sull’accoglienza

Di seguito il testo della lettera che la Caritas di Roma ha inviato ai parroci e ai responsabili Caritas della diocesi di Roma.

Carissimi, in questi giorni le drammatiche vicende dell’Afghanistan hanno profondamente scosso le nostre coscienze. Oltre all’indignazione di una campagna militare scriteriata durata vent’anni, costata vite umane e ingenti risorse economiche, vi è la frustrazione di sentirsi impotenti davanti a quanto sta accadendo.

Il ponte aereo organizzato dal Governo, che ha visto l’arrivo in Italia e l’accoglienza di circa tremila cittadini afgani, rappresenta per molti l’occasione di esprimere solidarietà a questo popolo martoriato.

Stiamo seguendo costantemente l’evolversi della situazione, in contatto con le Istituzioni pubbliche e altri interlocutori a livello locale, in modo particolare la Prefettura di Roma.

Sollecitati anche da numerose richieste che ci sono giunte dalle comunità parrocchiali vorremmo condividere alcune informazioni che ci sembrano necessarie in queste fasi così convulse.

Sono circa mille i cittadini afgani accolti nella Regione Lazio: la metà circa nei comuni della Provincia di Roma. Attualmente sono ospitati negli “Hotel-Covid” predisposti dalla Regione Lazio e coordinati dalle Asl e dalla Protezione civile. La loro permanenza in queste strutture è di circa due settimane, in isolamento fiduciario. Un periodo questo che consentirà alle diverse Autorità di predisporre un piano di accoglienza attraverso la rete SAI (Sistema accoglienza e integrazione) e CAS (Centri di accoglienza straordinaria), strutture che vengono già utilizzare per i richiedenti asilo e i titolari di protezione internazionale giunti nel nostro Paese.

È importante tenere presente che le persone arrivate con i ponti aerei sono collaboratori degli enti governativi e delle Ong italiane presenti in Afghanistan arrivati insieme ai familiari, molti verranno quindi accolti dalle stesse organizzazioni che hanno sponsorizzato il loro arrivo.

Diverse parrocchie e istituti religiosi hanno manifestato la disponibilità ad accogliere questi rifugiati. A tale proposito la Caritas diocesana di Roma è in contatto con la Prefettura di Roma per organizzare queste forme di ospitalità nell’ambito della rete SAI e CAR già esistente.

L’ospitalità dovrà garantire una serie di servizi necessari per il percorso di integrazione (tutela legale, scuola di lingua). Su questo la Caritas ha avviato da sei anni il programma di accoglienza diffusa “Ero forestiero” con dei tutor che supportano le parrocchie all’accoglienza.

È bene tenere presente che l’ospitalità richiesta è principalmente per nuclei familiari e per periodi di almeno sei mesi.
Quanti sono interessati all’accoglienza possono contattare la Segreteria di direzione della Caritas diocesana al numero 0669886424 email: direzione@caritasroma.it.

La solidarietà con il popolo afgano può anche esprimersi con l’accoglienza di immigrati giunti negli anni precedenti e che nel corso del tempo hanno visto mutare il loro status giuridico. Nel Centro Ascolto Stranieri in via delle Zoccolette 17 è attivo uno sportello legale per dare assistenza ai cittadini afgani che desiderano informazioni su ricongiungimenti familiari e per regolarizzare la loro posizione giuridica (informazioni al tel. 0688815300)

Al momento non è possibile prevedere dei Corridori umanitari dall’Afghanistan e dai Paesi limitrofi (Pakistan e Iran) dove, da molti anni, sono sfollati molte famiglie dopo l’avanzata dei talebani. Con Caritas Italiana stiamo chiedendo al Governo la possibilità di attivare corridoi umanitari dai campi di raccolta di Lesbo, in Grecia, e dalla cosiddetta “Rotta balcanica”, dove sono bloccati e vengono respinti alle frontiere migliaia di afgani in fuga.

Oltre ai rifugiati afgani a Roma abbiamo la presenza di centinaia di titolari di protezione internazionale provenienti dall’Africa subsahariana e da altri Paesi in difficoltà che non trovano possibilità di essere accolti e ospitati. Crediamo sia importante sottolineare come, proprio in questo momento in cui è forte la sollecitudine alla solidarietà, non si possano dimenticare questi fratelli che vivono gli stessi drammi e sventure. Sensibilizzare le nostre rispettive comunità su questo più ampio scenario, ci sembra un prezioso servizio che possiamo svolgere.

Nei prossimi giorni, dopo le indicazioni della Prefettura e della Protezione civile, forniremo ulteriori informazioni anche sui possibili prossimi passi da poter eventualmente compiere come comunità cristiana.

2 settembre 2021