Chiara Corbella Petrillo, «un faro di luce»

La testimonianza di Chiara è «un faro di luce, che fa quasi toccare con mano la vicinanza amorevole di Dio che è Padre». Brilla e splende la testimonianza di Chiara Corbella in Petrillo, questa giovane mamma morta a 28 anni a causa di tumore, di cui aveva ritardato le cure perché era incinta. Succedeva nel 2012, pochi anni fa, a Roma. «Chiara viene percepita come una di noi e la sua vita affascina suscitando un desiderio di cambiamento e coinvolgendo tante persone». Il cardinale vicario Angelo De Donatis ha aperto questa mattina la fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione, in una basilica di San Giovanni in Laterano affollatissima. In prima fila i genitori, la sorella Elisa, e il marito Enrico con il coro a cantare. Poi gli amici, i parenti, e tantissimi che non conoscevano Chiara quando era in vita, ma che sono venuti perché toccati dalla sua storia.

«Conoscendo la sua vita – sottolinea infatti il cardinale vicario – vediamo che Maria nella Chiesa, per opera dello Spirito, continua a generare figli di Dio, insegnando loro come custodire la Parola del Padre, come comprendere il senso degli avvenimenti alla luce di questa parola, come lasciare nelle mani di Gesù la propria vita seguendone le orme, per giungere dove lui ci attende, nell’Amore».

Lo ha scritto anche Chiara, nella commovente lettera per il primo compleanno di suo figlio Francesco, distribuita ai partecipanti al rito di oggi insieme alla preghiera ufficiale approvata dalla Chiesa. «Lo scopo della nostra vita è amare ed essere sempre pronti ad imparare ad amare gli altri come solo Dio può insegnarti. L’amore ti consuma, ma è bello morire consumati proprio come una candela che si spegne solo quando ha raggiunto il suo scopo».

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