Corviale, dove «le persone hanno bisogno di tutto»

San Paolo della Croce (foto Diocesi di Roma / Gennari)

Esercitare il ministero del sacerdozio a Corviale, nella parrocchia di San Paolo della Croce, «è una sfida sia spirituale che materiale» per don Roberto Cassano. «Numerose e delicate le problematiche» da affrontare ogni giorno, legate ad «una povertà del territorio non solo economica ma anche sociale e culturale». Il sacerdote spiega come «qui le persone hanno bisogno di tutto: dal cibo all’aiuto nel pagamento delle bollette», a tal punto che, a motivo di «queste esigenze materiali, il lato spirituale è mortificato» quando già «c’è una società secolarizzata. Allora le difficoltà materiali alimentano l’indifferenza di chi non crede mentre per chi crede si arriva talvolta alla messa in discussione».

L’attenzione alla dimensione materiale e della carità, sottolinea don Cassano, riguarda «il secondo nostro compito», perché «in primo luogo noi siamo chiamati a curare lo spirito», anche e soprattutto quando «è complicatissimo poiché nella società c’è confusione e dalla Chiesa ci si aspetta assistenzialismo e carità, talvolta arrivando a pretese particolari, ad esempio pensando alla ricerca del lavoro: come se fossimo un ufficio di collocamento». Tenuto conto di queste criticità e proprio in funzione di queste, una parrocchia come quella di San Paolo della Croce diventa «un luogo ottimo per esercitare le proprie virtù cristiane quali la temperanza, la pazienza, la carità e la speranza», sono ancora le parole del parroco. L’incontro con «alcune realtà di fragilità e di disagio» ha caratterizzato la visita pastorale del cardinale vicario Baldo Reina che nelle giornate di giovedì e sabato è stato a Corviale, «dove ha incontrato anche il presidente dell’XI Municipio oltre alle diverse realtà parrocchiali, a cominciare dal Consiglio pastorale», prosegue il parroco.

Reina si si è fermato anche con la Caritas parrocchiale che, «grazie al servizio di un piccolo gruppo di volontari, due volte al mese realizza la distribuzione di pacchi viveri», dice Rossano, un volontario. Sono 45 i nuclei familiari accompagnati, «sia italiani che stranieri, soprattutto nomadi», aggiunge, e racconta anche delle raccolte solidali fatte «nei supermercati del territorio prima di Natale e ora in Quaresima, prima della Pasqua». Un altro tipo di povertà è quella relazionale: «Abbiamo bonificato il giardino della parrocchia e la domenica mattina dopo la Messa si prepara il caffè per tutti condividendo anche qualche dolce per stare insieme», dice ancora Rossano.

Gli fa eco Luciana, impegnata in parrocchia sia come catechista che come volontaria nella segreteria. «Tante persone trovano nella parrocchia un punto di riferimento e mi accorgo che c’è tanto bisogno di ascolto – afferma –: spesso chi viene in segreteria lo fa per un bisogno di relazione e di confronto. Per questo, anche se a volte le situazioni sono difficili, non ci arrendiamo e troviamo il bello in questo». Luciana sottolinea l’importanza di coltivare la dimensione della relazione anche con le famiglie dei bambini del percorso di iniziazione cristiana, che dura 4 anni. «In uno dei papà dei bambini del catechismo che ha chiesto il Battesimo per il suo secondo figlio – racconta – è nato il desiderio di ricevere il Battesimo lui stesso e così ha compiuto il percorso di 3 anni per il Catecumenato e mio marito ed io siamo i suoi padrini». (di Michela Altoviti da Roma Sette)

16 marzo 2025