«La questione fondamentale è, dunque, questa: come recuperare la capacità di vivere in pienezza l’azione liturgica? La riforma del Concilio ha questo come obiettivo. La sfida è molto impegnativa perché l’uomo moderno – non in tutte le culture allo stesso modo – ha perso la capacità di confrontarsi con l’agire simbolico che è tratto essenziale dell’atto liturgico». Si pone la domanda Papa Francesco nella lettera apostolica“Desiderio desideravi”, pubblicata lo scorso 29 giugno. La risposta si trova nello stesso documento pontificio: attraverso la formazione liturgica. «È necessario trovare i canali per una formazione come studio della liturgia – scrive infatti il Santo Padre –: a partire dal movimento liturgico molto in tal senso è stato fatto, con contributi preziosi di molti studiosi ed istituzioni accademiche. Occorre tuttavia diffondere queste conoscenze al di fuori dell’ambito accademico, in modo accessibile, perché ogni fedele cresca in una conoscenza del senso teologico della Liturgia – è la questione decisiva e fondante ogni conoscenza e ogni pratica liturgica – come pure dello sviluppo del celebrare cristiano, acquisendo la capacità di comprendere i testi eucologici, i dinamismi rituali e la loro valenza antropologica».
La diocesi di Roma accoglie il suggerimento di Papa Francesco e, in questo anno pastorale appena iniziato, punta sulla formazione liturgica. Propone, innanzitutto, un momento di approfondimento e riflessione su “Desiderio desideravi” riservato ai sacerdoti e ai diaconi, in programma giovedì 3 novembre alle 10 nella basilica di San Giovanni in Laterano, a cui interverrà l’arcivescovo Vittorio Francesco Viola, segretario del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti.
Numerose le proposte per i laici, curate dall’Ufficio liturgico diocesano, tra cui il corso “La formazione liturgica del popolo di Dio”, promosso con il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo. «L’obiettivo è aiutare presbiteri e comunità a ritornare alle fonti della teologia liturgica e da qui elaborare un progetto di pastorale liturgica – spiega padre Giuseppe Midili, direttore dell’Ufficio diocesano –, per individuare e curare gli aspetti della riforma che devono essere approfonditi, studiati, meditati. L’auspicio è che i laici, in comunione con i pastori, divengano promotori di un autentico rinnovamento e di una riscoperta della bellezza della liturgia per il proprio percorso di fede».
2 novembre 2022