Cammino di preparazione al diaconato

 

E’pensato come un cammino di trasformazione del cuore. Chi ha il potere di cambiare il cuore dell’uomo è solo il Signore per mezzo del suo Spirito. Tuttavia il cammino proposto ai diaconi vorrebbe accompagnare, sostenere e verificare l’azione dello Spirito.

Quattro passaggi sembrano fondamentali (corrispondenti a quattro anni di cammino):

1. Il cuore umile del misericordiàto. L’esperienza della misericordia-perdono di Dio sana il nostro cuore ripiegato su sé stesso a causa delle sue ferite e dei suoi peccati. La misericordia ottiene la contrizione del cuore (il cuore “si spezza” perché si sente amato) e il battesimo delle lacrime (lacrime di gioia per il perdono ricevuto). L’attenzione va sulla consapevolezza di sé e sull’azione-mozione interiore dello Spirito Santo che suscita il pentimento, la conversione, la gioia. Dal punto di vista teologico: pneumatologia, antropologia teologica, e vita nuova del credente. L’anno si chiude con l’ammissione tra i candidati

2. Il cuore misericordioso del diacono. E’ il cuore di chi ha smesso di guardarsi l’ombelico e di proiettare fuori di sé quello che in realtà ha dentro, per cogliere le cose per quello che sono realmente. Soprattutto si accorge degli altri, li sa “ospitare” dentro di sé per ascoltarli senza pregiudizi o letture alterate, ha una particolare tenerezza per i poveri. Il cuore è stato toccato dalla miseria e dalla sofferenza altrui, è diventato umano, sensibile, ed ha imparato la compassione e l’empatia. Un cuore che sa aiutare gli altri non per gratificazione personale, ma per il bene degli altri, con attenzione e premura. In un certo senso sono stati proprio i poveri, sacramento del Cristo, a salvarlo dall’egocentrismo, dall’indifferenza, dall’insensibilità (“l’avete fatto a me”). Il cuore contemplativo sa anche cogliere l’azione di Dio nel mondo, il modo con cui egli agisce nelle vite degli uomini e nella storia, realizzando il regno di Dio anche fuori dei confini della Chiesa. Dal punto di vista teologico, si approfondisce la cristologia, la rivelazione di Dio nella storia e la teologia del diaconato. L’anno si chiude con il lettorato

3. Il cuore in comunione con i fratelli. Si riflette sull’esperienza dell’essere Chiesa, sulla gioia e la fatica della comunione, sul “piacere di essere popolo” (5° capitolo di EG) senza lasciarsi andare a facili entusiasmi quando il clima comunitario è alle stelle o a cinismo e disillusione quando le relazioni comunitarie sono più difficili. Il cuore impara a mettere al primo posto e a servire la comunione oggi possibile, quella che rende visibile l’unità da sempre donata alla Chiesa dal Cristo Risorto; il cuore impara a servire la riconciliazione comunitaria, a contribuire a superare il conflitto con l’aiuto della grazia; impara a vivere l’eucarestia domenicale come ciò che fonda e sostiene la vita della Chiesa. Si ama la Chiesa (sentire ecclesiam e sentire cum ecclesia) perché la si accoglie così com’è come un dono prezioso di Dio, fatta da persone deboli e insipienti che hanno sperimentato la salvezza della croce di Gesù (1Cor 1,26-30). Dal punto di vista teologico: ecclesiologia, sacramentaria, ministeri e carismi. Termina con l’accolitato

4. Il cuore capace di paternità, vale a dire che accetta di morire per far spazio e dar vita all’altro da sé. L’oblio di sé diventa lo stile con cui il cuore serve i fratelli. Si vive la propria vita accettando di morire per essere fecondi, in unione con il mistero pasquale di Cristo e per il bene dei fratelli. Si impara a vivere il respiro trinitario, della kenosi-svuotamento e dono di sé nella circolarità delle relazioni di cui è fatta la vita. Il cuore diventa capace non solo di aiutare i poveri, ma di essere povero, nella ricchezza delle relazioni vissute nell’amore, segno della vita divina in noi. Dal punto di vista teologico: Mistero Pasquale, teologia Trinitaria. L’anno termina con la petitio ad ordines

5. Il quinto anno può essere una ripresa dei passaggi fondamentali del cuore, per dedicare cura e attenzione a ciò che più manca a livello personale

 

Il metodo mette insieme tutte le esperienze che compongono la vita cristiana: ascolto della Parola, liturgia, preghiera personale, condivisione e narrazione della vita, servizio ai poveri, lettura dei documenti del magistero, incontri con testimoni, visita a comunità significative, ecc. Il lavoro fondamentale dell’equipe formativa consisterà nel costruire un itinerario mettendo insieme tutte queste esperienze. Di grande aiuto è che ognuno abbia un personale accompagnatore spirituale

Ogni equipe formativa avrà: un diacono formatore, un diacono tutor, un presbitero, una o più figure religiose e laicali.