Mai più Noi e Loro

La proposta di una nuova agenda sulle migrazioni in Italia

 Si può davvero continuare a parlare di “noi” (gli italiani) e di un “loro” (i migranti), in base ad alcuni dati e ai processi in atto da due decennio nel nostro Paese e nell’area del Mediterraneo?

Come credenti in Dio padre, in Gesù Cristo e nelle Spirito Santo, dovremmo dire mai più, perché siamo tutti figli, di pari dignità, dello stesso Padre, al di là del colore della pelle, della lingua, della cultura, della stessa religione professata.

Alcuni dati possono aiutarci a guardare più in faccia la realtà, evitando cioè di farci sopraffare da idee, ideologie, paure e sentimenti che lasciate andare a sé stesse sono inevitabilmente destinate ad accentuare scontri, conflitti e divisioni che sono in antitesi con quella coesione sociale che dovrebbe costituire il presupposto per un presente ed un futuro di pace e di sviluppo per tutti. Certo, di fronte alle tante paure che sembrano attanagliare molti, è giusto prestare la massima attenzione ad esse e chiarire preliminarmente che se il discorso vale per tutti, allora nei confronti di tutti dovrebbe essere fatto valere, in pratica, il principio che tutti noi – italiani e migranti – siamo tenuti a rispettare e ad esercitare i propri diritti e i propri doveri, i propri poteri e le proprie responsabilità, uscendo così finalmente da un buonismo che non giova certo a nessuno. Si dovrebbe parlare dunque della sfida della necessaria integrazione, a tutti i livelli, degli immigrati e non della “semplice” loro accoglienza. Il primato però va all’amore, alla carità nei confronti di questo variegato popolo che non di rado fugge dalle proprie terre solo per salvare la propria vita e per trovare condizioni di vita dignitose.

 Alcuni dati.

Il più recente Dossier del Centro Studi Idos, stima in 5.359.000, a fine 2016, gli immigrati  regolari in Italia, l’8,8% della popolazione totale, mentre sarebbero circa 500.000 quelli irregolari, perché sprovvisti di valido permesso di soggiorno. Tali dati sono molto vicini a quelli forniti dalla Fondazione Ismu, per la quale al 1° gennaio 2017, la popolazione straniera in Italia ha raggiunto quota 5.958.000 presenze (regolari e non). Gli irregolari al 1° gennaio 2017 sarebbero stimati invece in 491.000 persone (l’8,2% del totale della presenza della popolazione straniera nel nostro Paese), un dato che  sarebbe in diminuizione rispetto al 2008, a dieci anni fa, quando vennero stimati in 650.000 gli immigrati irregolari presenti. La stessa Fondazione Ismu, segnala, invece, un aumento delle acquisizioni della cittadinanza Italiana, con ben 202mila nuovi italiani (minori, in 4 casi su 10). Nel 2017, come noto, sono invece nettamente diminuiti gli arrivi nel nostro Paese, cioè gli sbarchi. Il Ministero dell’Interno, ha reso noto che dalle 181.436 persone sbarcate nel 2016, si è passati alle 119.310 del 2017 (-34,2%). Sono invece aumentate le domande di asilo: dalle 123.600 nel 2016 (erano 84.000 nel 2015), si è passata alle 130.000 nel 2017. Delle 77.562 domande esaminate lo scorso anno, ben circa il 60% (46.176) sono state però respinte.

Per quanto riguarda la protezione internazionale, essa è stata accordata in oltre 12mila casi, mentre a 6.578 persone è stato riconosciuto lo status di rifugiato e ad altre 5.680 la protezione sussidiaria. Il permesso di soggiorno per protezione umanitaria, infine, è stato rilasciato in circa 19.000 persone.
Sul fronte dei rimpatri dei migranti irregolari, il Viminale ha reso noto che nel 2017 sono stati rimandati dall’Italia nei Paesi d’origine 6.340 stranieri irregolari (nel 2016 furono 5.300). E’ utile ricordare che per realizzare i rimpatri bisogna prima siglare gli accordi di riammissione con i quali gli Stati di provenienza dei migranti si impegnano a riaccogliere i propri cittadini. L’Italia ha fin qui siglato accordi del genere con Egitto, Nigeria, Tunisia e Marocco. C’è una forte incidenza della presenza straniera nelle 190 carceri italiane. A fine 2017, in base ai dati del Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria), erano ben 19.745 gli stranieri detenuti sul totale di 57.608 (cioè, il 34,3% del totale). Sul fronte dell’accoglienza, a fine 2017, secondo i dati del Ministero dell’Interno nei diversi tipi di strutture di accoglienza erano presenti 183.681 migranti, ospitati principalmente in Lombardia (26.519 migranti; 14%), in Campania (16.677; 9%), nel Lazio (16.447; 9%), e in Sicilia (13.87; 8%). Colpisce però che, a fine 2016, erano solo quattro comuni su dieci (3.231, cioè il 40.5% del loro totale), quelli coinvolti nell’accoglienza. In Italia, nel 2016, erano circa 2.401.000 gli immigrati che lavoravano (ben il 10,5% dell’occupazione complessiva nel nostro Paese!), con una forte prevalenza di lavoro dipendente (l’86% dei casi) ed operaio (il 76,6% per loro, rispetto al 30,7% degli italiani). L’incidenza del lavoro autonomo tra gli stranieri era del 13,4%, mentre le imprese gestite da cittadini stranieri risultavano essere in costante aumento, con oltre 571.000 imprese, pari al 9,4% del totale delle imprese operanti  in Italia!.

Diaconi promotori di dialogo e di testimonianza evangelica

I costanti appelli di Papa Francesco ad Accogliere, Proteggere, Promuovere, Integrare i migranti e i rifugiati e il lavoro di analisi e di proposta del Dicastero per la promozione dello sviluppo umano integrale del Vaticano, dovrebbero aiutarci ad assumere un ruolo più attivo per promuovere su questi temi un confronto e un dialogo pacati nelle nostre famiglie, negli ambienti di vita e di lavoro, nelle stesse comunità ecclesiali in cui la Comunità del Diaconato di Roma è radicata.  Senza una adeguata crescita sul piano sia culturale che spirituale, sarà infatti impossibile far crescere nelle coscienze, nelle parole e nei comportamenti delle persone a noi vicine, quella testimonianza dell’amore misericordioso di Cristo a cui ci sollecita il Vangelo (Mt. 25,34-36).

E’ quanto si propongono di fare, con rinnovato vigore, diverse organizzazioni e associazioni cattoliche da anni impegnate sui temi dell’immigrazione che ispirate ed alimentate dalla fede in Gesù Cristo desiderano far crescere l’incontro e la collaborazione con quanti anche non credenti, condividono la necessità di un nuovo umanesimo.

 La proposta di una nuova agenda sulle migrazioni in Italia: 7 punti specifici.

Vediamo ora le sette Proposte per una nuova agenda sulle migrazioni in Italia, che questi Enti ed Associazioni hanno presentato mercoledì 8 febbraio a Roma, chiedendo ai diversi schieramenti politici che si presentano alle prossime elezioni, di chiarire come intendono affrontare tali questioni

 Riforma della legge sulla cittadinanza

Da troppi anni il nostro Paese non adegua la sua legislazione sull’acquisizione della cittadinanza al mutato contesto sociale e troppi cittadini di fatto non sono riconosciuti tali dall’ordinamento. Varare un provvedimento che sani queste contraddizioni non è più rimandabile.

2.Nuove modalità di ingresso in Italia

Serve un nuovo quadro giuridico per accogliere quanti arrivano nel nostro paese senza costringerli a chiedere asilo. A fronte di flussi migratori che gli esperti definiscono sempre più come misti, creare una divisione politica tra richiedenti asilo e “migranti economici” è difficile, anacronistico e inefficace. Bisogna andare oltre. Chiediamo una rapida riattivazione dei canali ordinari di ingresso che ormai da anni sono pressoché completamente chiusi, con l’inevitabile conseguenza di favorire gli ingressi e la permanenza irregolari. Per entrare in Italia secondo la legge servono modalità più flessibili e decisamente più efficienti, a cominciare da un immediato ritorno del decreto flussi, per arrivare fino a proposte più ampie e organiche di modifica del testo unico sull’immigrazione: permesso di soggiorno temporaneo per la ricerca di occupazione, attività d’intermediazione tra datori di lavoro italiani e lavoratori stranieri non comunitari e reintroduzione del sistema dello sponsor (sistema a chiamata diretta).

3.Regolarizzazione su base individuale degli stranieri “radicati”

Gli stranieri irregolari, seguendo i modelli di Spagna e Germania, dovrebbero avere la possibilità di essere regolarizzati su base individuale, qualora dimostrino di avere un lavoro, di avere legami familiari comprovati oppure di non avere più relazioni col paese d’origine. Si tratterebbe di un permesso di soggiorno per comprovata integrazione, rinnovabile anche in caso di perdita del posto di lavoro alle condizioni già previste per il “permesso attesa occupazione”. Infine, il permesso di soggiorno per richiesta asilo si potrebbe trasformare in permesso di soggiorno per comprovata integrazione anche nel caso del richiedente asilo diniegato in via definitiva che abbia svolto un percorso fruttuoso di formazione e di integrazione.

4.Abrogazione del reato di clandestinità

Il reato di immigrazione clandestina, che è ingiusto, inefficace e controproducente, è ancora in vigore: va cancellato al più presto, abrogando l’articolo 10-bis del decreto legislativo 26 luglio 1998, n. 286.

5.Ampliamento della rete SPRAR

Lo squilibrio a favore dei Cas, i Centri di Accoglienza Straordinaria, è ancora troppo forte e a risentirne è la qualità dell’accoglienza. L’obiettivo deve essere riunificare nello SPRAR l’intero sistema, che deve tornare sotto un effettivo controllo pubblico, che deve prevedere l’inserimento dell’accoglienza tra le ordinarie funzioni amministrative degli enti locali e che deve aumentare in maniera sostanziale e rapida il numero di posti totali.

6.Valorizzazione e diffusione delle buone pratiche

Siamo ormai da tempo sommersi da casi di cattiva accoglienza. Esistono, sono purtroppo numerosi e non bisogna mai smettere di denunciarli con forza e rapidità, senza il minimo timore. C’è però anche un’altra faccia dell’accoglienza dei migranti, meno esposta e ben più positiva. Va raccontata il più possibile, proprio attraverso un osservatorio capace di individuare e diffondere le buone pratiche, affinché vengano il più possibile replicate.

 7.Effettiva partecipazione alla vita democratica

Si prevede l’elettorato attivo e passivo per le elezioni amministrative a favore degli stranieri titolari del permesso di soggiorno per soggiornanti di lungo periodo.

L’Agenda, alla quale si può aderire inviando una e.mail a: agendamigrazioni@gmail.com, è stata presentata da: Acli, Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo (ASCS Onlus), Associazione Papa Giovanni XXIII, Azione Cattolica, Centro Astalli, Centro Missionario Francescano Onlus (Ordine dei Frati Minori Conventuali), CNCA, Comboniani, Comunità Sant’Egidio, Conferenza Istituti Missionari Italiani, F.C.E.I., Federazione Salesiani per il Sociale, Fondazione Casa della carità, Fondazione Somaschi, GiOC – Gioventù Operaia Cristiana, Istituto Sturzo, Movimento dei Focolari Italia, Paxchristi, U.I.S.G.