Dodici nuovi diaconi per Roma. Storie di grandi doni

Foto Diocesi di Roma / Gennari

Il tempo di Dio è perfetto. Ne sono convinti Yordan Camilo e Gabriele, che con lo scorrere delle lancette ci stanno i facendo i conti proprio in queste ore. Pochi giorni li separano dall’ordinazione diaconale, il primo grande passo verso l’inizio del loro ministero. Giorni di attesa, preghiera, comunione e totale affidamento al Signore. Di certo non sono soli. Con loro, sabato 19 ottobre alle 10.30, verranno ordinati altri dieci giovani. Saranno dodici in tutto. La Messa verrà presieduta dal vescovo Baldo Reina, vicario del Papa per la diocesi di Roma, nella basilica di San Giovanni in Laterano.

Otto di loro si sono formati al Seminario Romano Maggiore e quattro hanno studiato al Redemptoris Mater. Insieme hanno scelto un passo della Parola come guida: “Abbiamo un tesoro in vasi di creta”. «È un’immagine che ben racchiude il significato che Dio ha bisogno di noi per continuare l’opera di salvezza del mondo – sottolinea il vescovo Michele di Tolve, rettore del Seminario Maggiore -, ma dobbiamo essere coscienti che noi abbiamo bisogno del dono dello Spirito Santo. Siamo convinti che i diaconi potranno essere un grande dono per tutta la diocesi di Roma». E le vite di Camilo e Gabriele lo dimostrano.

Yordan Camilo Medina ha 29 anni e viene dalla Colombia. «La mia storia con la fede è iniziata a 11 anni, quando sono andato a vivere con mio zio che era parroco a Campoalegre. Così ho conosciuto la Madonna del Divino Amore. Facevo 3-4 ore di viaggio al giorno con gli altri preti per portare la Parola e il corpo di Dio alle persone. Questo per me è stato un grande dono. Da lì è partito tutto. Vedere il sorriso della gente mi riempiva il cuore». Poi lo zio si è trasferito a Roma e Camilo è tornato a casa sua, a La Melba, con i genitori. «Lì ho iniziato a dare una mano nella mia parrocchia di origine, fino al giorno in cui ho deciso di entrare in seminario. Ho iniziato nel 2017. La spiritualità nella quale mi immedesimo è quella mariana del Divino Amore. Roma è stata quindi una scelta naturale». Ai giovani in cerca della propria vocazione consiglia di «non nascondere la propria fede e di viverla al cento per cento, perché Dio vuole tutto di noi». Ma soprattutto di «abituarsi a guardare gli altri con gli occhi del Signore».

Continua a leggere su Romasette.it

15 ottobre 2024