Due anni di guerra nelle storie degli ucraini accolti a Roma

L’ultimo ricordo che Hanna ha dell’Ucraina è la partenza del treno sul quale è salita, dirigendosi verso la frontiera del Paese, mentre vedeva suo padre, con gli occhi lucidi, rimanere fuori dal vagone. Anche Zoia è arrivata a Roma da Kiev dopo aver affrontato un lungo viaggio in treno insieme alla mamma Tetiana e al fratello Luka. Sofia, a causa dell’offensiva russa a Bucha, ha perso un braccio. Operata al Bambino Gesù, ora può sognare un futuro migliore insieme a suo padre Valerij, ospitato con lei a Casa San Giacomo. Queste sono solo alcune delle storie dei profughi ucraini accolti dalla Caritas diocesana di Roma durante questi due anni di guerra in Ucraina, iniziata con l’invasione russa del 24 febbraio 2022.

A due anni dal conflitto, e da una pace ancora lontana, che ha costretto milioni di persone a lasciare le proprie case, scatenando un esodo di cittadini ucraini verso l’Europa, la Caritas di Roma ripercorre l’impegno per l’accoglienza e l’assistenza alla popolazione.

Il 24 febbraio 2022 è il giorno dell’invasione russa, segna anche l’inizio di un esodo di profughi che si è riversato in Europa. Anche in Italia, seppure con presenze inferiori rispetto a quelle che si sono avute in Germania e Polonia, notevole è stata la presenza di cittadini ucraini già dalle settimane precedenti l’inizio del conflitto. Persone, soprattutto giovani famiglie, arrivate grazie alle “catene familiari” presso familiari e amici già inseriti nel Paese.

Gli interventi della Caritas hanno coinvolto 2.000 profughi provenienti dall’Ucraina e hanno riguardato tre ambiti, coinvolgendo i diversi servizi diocesani e le parrocchie: 1.585 sono accompagnati attraverso i centri di ascolto diocesani; 188 con il programma di accoglienza diffusa nelle comunità parrocchiali, istituti religiosi e famiglie, realizzata in collaborazione con la Prefettura di Roma e la Protezione Civile; 227 attraverso l’assistenza sanitaria presso il Poliambulatorio di Via Marsala.

I centri di ascolto

Negli anni 2022 e 2023 sono stati 1.585 i cittadini ucraini incontrati nei centri di ascolto parrocchiali e diocesani (1.390 nel solo 2022); si tratta di un decimo di tutti coloro che si sono rivolti ai centri. Nella maggioranza dei casi sono donne (83,2% del totale), distribuite uniformemente nelle diverse classi di età, con una prevalenza delle fasce dai 18 ai 49 anni (52%). Da rilevare anche la presenza di minori, il 7,5%, arrivati in Italia senza genitori e affidati a parenti e amici.
Quella ucraina è ormai un’immigrazione radicata sia in Italia che a Roma, da sempre caratterizzata per la specifica presenza femminile e orientata all’inserimento lavorativo nei servizi alla persona (lavoro domestico, assistenza degli anziani e delle famiglie). Proprio questi legami sono stati alla base di un sistema di accoglienza che ha visto come protagoniste le parrocchie e i servizi Caritas.
Per il 70% delle persone si è trattato del primo incontro con la Caritas, un terzo del totale era invece già iscritto dagli anni precedenti, in molti casi anche da oltre un decennio. Ben 606 quelli che si sono rivolti ai centri di ascolto parrocchiali, il 40% del totale; di questi il 78% erano al primo contatto con la Caritas. 607 sono stati quelli incontrati dal Centro di ascolto stranieri di via delle Zoccolette (33%), in questo caso il 39% erano quelli già registrati e conosciuti.
Gli ucraini che hanno avuto il primo contatto con la Caritas attraverso le mense, senza prima passare da un centro di ascolto, sono stati 272: una procedura questa che viene autorizzata in casi eccezionali, e quello dei profughi ucraini lo era, in quanto l’accesso alle mense è preceduto dall’ascolto e dalla registrazione della persona.
Complessivamente, sono stati realizzati 3.500 “interventi”: si tratta di prestazioni “multiple” anche se accomunate tutte da richieste di aiuti alimentari. Il 55% riguarda infatti pacchi e buoni alimentari, accessi alle mense. Al 10% è stata rilasciata la tessera per gli empori e 209 sono stati interventi per beni di prima necessità, soprattutto vestiario e smartphone. L’ascolto (16%), l’orientamento lavorativo, pratiche per l’alloggio, legali e amministrative, inserimenti scolastico e accompagnamento i servizi sanitari sono stati gli altri interventi più effettuati.


L’accoglienza diffusa in parrocchie e istituti

Dal 30 marzo 2022 la Caritas di Roma ha attivato un programma di “accoglienza diffusa” rivolto ai profughi provenienti dall’Ucraina coinvolgendo le comunità parrocchiali e gli istituti religiosi della diocesi di Roma.
Sono stati 188 i profughi che hanno trovato ospitalità in 44 strutture: 15 le parrocchie, 26 gli istituti e gli ordini religiosi, 3 le case di accoglienza.
Gli ospiti provengono da due diversi programmi di accoglienza: quello della Prefettura di Roma, il primo ad essere avviato, e quello con la Protezione Civile, attivato nel settembre 2022.
Tra i cittadini accolti – 186 ucraini e 2 georgiani che vivevano in Ucraina stabilmente – 85 sono minorenni: 18 con età inferiore ai 5 anni (scuola materna); 33 che in patria frequentavano la scuola primaria; 36 nel ciclo secondario (media inferiore e scuole superiori); 12 gli studenti universitari.
Tutti i ragazzi sono stati inseriti nelle scuole italiane accompagnati dalle comunità di accoglienza e dai tutor previsti dal progetto. Il tipo di composizione familiare più diffusa è quella mono-genitoriale, nuclei mamma-bambini o nonna-bambini; 20 le accoglienze singole.
Alla fine del 2023 erano 80 le persone ancora accolte mentre 108 avevano lasciato l’accoglienza per tornare in patria.

L’assistenza sanitaria ai profughi ucraini

Per la posizione strategica del Poliambulatorio Caritas, vicino alla Stazione Termini e a poca distanza dall’Hub vaccinale e polo di orientamento sanitario per i profughi ucraini della Regione Lazio/Asl Roma 1, fin da subito è divenuto riferimento di questa popolazione in particolare per la gestione di malattie croniche o per problematiche mediche o aggiustamento di terapia, in attesa che si perfezionassero le pratiche burocratiche-amministrative per accedere al SSR. A partire dal 2022 sono stati effettuati 707 interventi sanitari in 227 cittadini ucraini di cui 189 arrivati nel 2022. Tra i profughi il 76,7% sono donne, circa l’12% sono minorenni, il 38% ha una età compresa tra i 30 e 50 anni, il 7% sopra i 70 anni.