Mappare le strutture e i volontari per prepararsi all’accoglienza di adolescenti e giovani. Lavora in particolare su questi due fronti la sezione dedicata al Giubileo dei giovani dell’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile, nata a maggio, che opera in sinergia con trentasei sacerdoti, referenti dell’evento sul territorio diocesano, nonché con il Dicastero per l’evangelizzazione e con il Servizio nazionale per la pastorale giovanile della Conferenza episcopale italiana.
Dal 28 luglio al 3 agosto 2025, infatti, la Città Eterna sarà invasa dai «giovani di tutto il mondo che giungeranno qui per vivere questa esperienza di fede», sottolinea il vescovo Dario Gervasi, responsabile dell’Ambito per la cura delle età e della vita. Il Giubileo dei giovani non sarà una vera Giornata mondiale della gioventù, ma ci si avvicinerà molto e per questo Roma si sta preparando. «Di fatto l’Ufficio per la pastorale giovanile sarà un po’ il quartier generale, il centro aggregativo dei volontari per il Giubileo dei giovani – spiega il vescovo Gervasi –; i pellegrini saranno accolti in parrocchie, scuole cattoliche, comunità religiose che con cuore grande stanno offrendo i propri spazi. Saranno coinvolte anche strutture fuori città, nelle diocesi vicine. Non sappiamo ancora quanti saranno i giovani da accogliere, ma si tratta di una cifra che va da mezzo milione a un milione e mezzo».
Servono «2,5 metri quadri per ogni pellegrino, la disponibilità di bagni, stanze finestrate e devono essere indicate le vie di fuga», spiega Ivana Roberti, della sezione Giubileo dei giovani dell’Ufficio diocesano, che si sta occupando in particolare della mappatura degli spazi, un compito portato avanti in sinergia con l’Ufficio per l’edilizia di culto del Vicariato. Mentre Matteo Maio è il referente per la «mappatura delle persone», come la chiama il direttore dell’Ufficio per la pastorale giovanile don Alfredo Tedesco. «Il Giubileo dei giovani di agosto 2025, ma anche in parte quello degli adolescenti di aprile 2025 sono delle opportunità – riflette il sacerdote – anche per la pastorale ordinaria. Dobbiamo occuparci della mappatura degli spazi, ma l’accoglienza ha bisogno anche di quei “mattoni” che sono le persone, cioè i volontari, che abbiano un minimo di esperienza. Toccherà a noi, infatti, aiutare nell’animazione delle giornate dei ragazzi che arriveranno qui. La diocesi di Roma, nella sua componente giovanile, si farà accogliente verso i coetanei di tutto il mondo e questa è un’esperienza che resterà e porterà frutto». Un’accoglienza a trecentosessanta gradi, insomma, nella quale stanno dando una mano anche gruppi, movimenti, associazioni, tra cui, in prima linea, gli scout. «Per ognuno dei trentasei sacerdoti referenti delle prefetture c’è un piccolo gruppo di volontari – spiega Matteo Maio –; lavorano insieme ma anche con tutti gli altri volontari della diocesi, grazie ad alcuni momenti di incontro, perché lavoriamo sempre come Chiesa di Roma».
E c’è sempre spazio per nuovi volontari per il Giubileo dei giovani: per candidarsi si può contattare il sacerdote referente per la propria prefettura, oppure contattare direttamente la sezione dedicata all’evento presso l’Ufficio diocesano: giubileo.giovani@diocesidiroma.it; 06.69886365.
21 giugno 2024