Claudia, Ivone, Luigi Francesco, Shkelzen, Robin, Michael. Sono i sei catecumeni che verranno battezzati dal cardinale vicario Angelo De Donatis, lunedì 29 giugno alle ore 10.30 nella basilica di San Giovanni in Laterano. Tutti appartengono a comunità internazionali presenti a Roma.
«È un chiaro segno di quella unità che la Chiesa di Roma, madre di tutte le Chiese, instaura con le chiese di tutto il mondo», riflette suor Pina Ester De Prisco, responsabile diocesana del catecumenato. «La scelta della data per i battesimi – spiega – oltre ad essere una data “obbligata” per il fermo dell’emergenza Covid-19, è stata dettata anche dal significato peculiare della vocazione della nostra città di Roma, fecondata dal sangue dei capi della Chiesa: i santi Pietro e Paolo. Ecco allora che la scelta di battezzare questi sei catecumeni appartenenti alle comunità internazionali in questa data si pone pienamente nel corso di questa solennità e ne rispecchia l’identità. Due uomini, Pietro e Paolo, che come questi sei catecumeni sono arrivati da lontano – conclude – e a Roma hanno ricevuto il battesimo di sangue, mentre questi catecumeni riceveranno il battesimo che li porterà dalla morte alla vita».
I sei catecumeni arrivano dall’America Latina, dall’Albania, dal Ghana, dal Madagascar. Ciascuno risponderà alle domande del cardinale nella propria lingua di origine. Alcuni indosseranno anche abiti tradizionali del loro Paese. Storie di vita diverse, ma la scelta comune di ricevere i sacramenti. Una catecumena avrà come padrino suo fratello che due anni fa è stato battezzato in san Pietro da Papa Francesco.
26 giugno 2020