I dieci anni dell’Ordo Viduarum. La lettera del cardinale De Donatis

Foto Diocesi di Roma / Gennari

«Sono grato al Signore per voi, per questo decennale dell’Ordo Viduarum, primizia di un cammino che spero possa crescere ancor di più nella consapevolezza che, in ogni stato di vita, si può servire il Signore consacrando a lui la propria vita». Lo scrive il cardinale vicario Angelo De Donatis, nella lettera indirizzata alle vedove consacrate nel decimo anniversario di istituzione dell’Ordo Viduarum nella diocesi di Roma. Un importante anniversario che è stato celebrato con la Messa, oggi 8 dicembre alle 10.30, presieduta dal vescovo Guerino Di Tora nella basilica di San Giovanni in Laterano. Il messaggio del cardinale è stato letto durante la celebrazione.

«Nel vostro cuore di donne – sono le parole del porporato – c’è tanta esperienza di vita, di spose, di mamme, di nonne; c’è sicuramente il dolore per la perdita del vostro sposo, ci sono le emozioni e i sentimenti di chi ha sperimentato il lutto. Vivendo e riscoprendo la fede è poi entrato in voi il desiderio di un Amore sempre più grande, capace di trasformare la croce dolorosa in croce gloriosa, la morte in vita e così l’esperienza della morte di vostro marito vi ha portato ad essere testimoni di resurrezione, trovando lo Sposo in Cristo Signore, nel quale si rivelano tutti i volti delle persone che amiamo e ameremo per sempre».

Il cardinale De Donatis paragona poi le vedove consacrate ai discepoli di Emmaus, icona di questo secondo anno del cammino sinodale. Anche loro sono infatti «passati da un’esperienza di morte alla bellezza della vita, accorgendosi che era proprio il Signore a stare loro accanto nei passi fatti nel dolore; è Lui che aveva scaldato il loro cuore con l’annuncio della Parola e si era rivelato nello spezzare il Pane».

L’auspicio è allora che anche quante hanno scelto l’Ordo Viduarum sappiano sempre riconoscere il Signore «nella lettura orante della Parola di Dio e nell’Eucaristia celebrata e adorata, perché il servizio della preghiera e della carità, vissute all’interno delle vostre comunità e della Chiesa, abbia sempre il profumo dell’umiltà e della gratuità». Infine, l’affidamento a Maria Immacolata, «l’umile serve che ha detto il suo “Eccomi” rendendosi disponibile ad accogliere il Verbo fatto carne – conclude il cardinale vicario –: lei vi aiuti a fare sempre ciò che il Signore vi dirà. Anche per voi la festa di nozze non è terminata, il vino non è esaurito. C’è un vino nuovo, un vino buono, un vino migliore, che dà pienezza di grazia in questo tempo della vostra esistenza».

Il testo integrale della lettera del cardinale

7 dicembre 2023