Incontrare i giovani per testimoniare la propria vocazione e la propria fede nel quotidiano. Questo lo scopo delle missioni popolari, «una tradizione in questi ultimi anni per i seminaristi del Seminario Romano Maggiore e un servizio alla Chiesa locale», spiega don Alessandro Borraccia, formatore e referente delle attività che hanno avuto luogo tra il 25 settembre e il 2 ottobre. «Sono in particolare tre le realtà che sono state interessate dalle missioni popolari di quest’anno – riferisce il sacerdote –: la XIV e la XV Prefettura, che hanno vissuto la sfida della collaborazione e del fare rete, il punto vocazionale giovani del Seminario Minore e l’esperienza più tradizionale e residenziale delle parrocchie di Sant’Enrico e di Sant’Ignazio di Antiochia».
A partire dal coinvolgimento dei “Punti giovani” attivi nella diocesi, per i seminaristi – al ritorno in Seminario dopo il tempo estivo e prima della ripresa degli impegni di studio – si è trattato di «vivere una pastorale di contatto e di relazione personale con i più giovani», sono ancora le parole di don Borraccia.
A fare da perno per il settore Est è stata la parrocchia di Santa Giulia Billiart. «Alla luce del tema scelto per questa esperienza, “Coraggio, sogniamo insieme”, è stato promosso il vivere insieme dei seminaristi con i giovani della parrocchia, per aiutarli a maturare nella loro fede – dice il parroco don Manrico Accoto –, ma anche lo stare insieme tra le 18 parrocchie delle due prefetture, nel tentativo di iniziare un percorso di condivisione e collaborazione pastorale. È solo un inizio ma, come dice Papa Francesco, è importante avviare dei processi».
Oltre alla convivenza residenziale in parrocchia – con la condivisione di momenti di preghiera, dei pasti e delle attività serali –, la missione popolare ha visto i seminaristi mettersi in dialogo con i giovani del territorio, «incontrandoli all’uscita delle scuole o alle stazioni della metropolitana, dove hanno riscontrato talvolta indifferenza ma altre volte anche curiosità e interesse», dice don Borraccia. Partecipata e sentita anche «l’esperienza “Luce nella notte”, con l’adorazione e momenti di testimonianza», aggiunge.
«Preghiera, studio e stare insieme» sono i tre presupposti che per don Andrea Cola, rettore del Seminario Romano Minore, «favoriscono nei giovani un buon discernimento» e che hanno caratterizzato anche le giornate della missione popolare. Alla base «dell’esperienza residenziale, dei colloqui personali e delle attività, come la realizzazione di un murales o la pulizia dei giardini di Villa Pamphili», spiega il rettore, c’è stato l’impegno di far sperimentare ai 25 giovani che frequentano il Punto vocazionale che afferisce al Seminario «l’amicizia con Gesù, affinché capiscano qual è la strada che vogliono percorrere nella loro vita».
di Michela Altoviti da Roma Sette
10 ottobre 2022