Il cardinale De Donatis a Sant’Egidio: «Siate sempre segno di unità e comunione»

«La gioia che si respira nelle vostre case e nei vostri incontri è la risposta più bella alla proposta di gettare le reti che vi ha un giorno rivolto Gesù». Per il cardinale vicario Angelo De Donatis è palpabile il clima di festa e serenità, nella Messa per il cinquantunesimo anniversario di fondazione della Comunità di Sant’Egidio. Sabato 9 febbraio, in una gremita basilica di San Giovanni in Laterano, il porporato ha presieduto la celebrazione che ha festeggiato “il compleanno” dell’associazione.

Commentando il Vangelo della “pesca miracolosa”, il cardinale De Donatis ha ringraziato il Signore, che 51 anni fa aveva invitato dei giovani romani a «gettare le reti» sulla sua Parola. Quei giovani avevano scelto di vincere l’indifferenza, aprendo gli occhi e il cuore alla sofferenza degli altri. «Nel rendere grazie al Signore, voglio consegnarvi un ulteriore impegno – ha detto ancora il vicario –: siate in questa amata Chiesa di Roma un segno di unità e di comunione con tutti coloro che, come voi e insieme a voi, sentono la passione per il Vangelo e operano per annunciare che il Signore Gesù è risorto e offre a ciascuno di noi la speranza della vita. Non perdete occasione per lavorare in comunione con tutta la Diocesi, accogliete ogni opportunità per essere strumenti di pace e di fraternità anche qui, nella nostra Roma in trasformazione, nella città di Pietro che è assetata di verità e di solidarietà».

Il saluto di Marco Impagliazzo, al termine della celebrazione, ha ripreso le parole del cardinale: «Sant’Egidio – ha detto il presidente della Comunità – ama molto Roma, la sua gente, le sue periferie, soprattutto i suoi abitanti più poveri e vulnerabili. Giovanni Paolo II ci confidò che ogni volta che incontrava Sant’Egidio nel mondo, riconosceva uno spirito romano. E cioè uno spirito di apertura e di amicizia verso tutti, di realismo e di sogno. Il vero, grande, problema è che le nostre città sono popolate da molte, troppe solitudini; che la nostra società è malata di solitudine».

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11 febbraio 2019