Incontri con i vertici dello Stato libanese, visite a siti storici a un campo profughi, e la consacrazione di una nuova chiesa dedicata a San Giovanni XXIII nella zona della missione Unifil (United Nations Interim Force in Lebanon). Ricco e significativo il programma dell’itinerario in Libano organizzato dall’Opera romana pellegrinaggi con il Ministero del turismo libanese, al via da domenica 17 marzo fino a venerdì 22, a cui partecipano trentuno persone, tra giornalisti e responsabili dei pellegrinaggi di diverse diocesi italiane, accompagnate da monsignor Remo Chiavarini, amministratore dell’Opera romana pellegrinaggi; da don Walter Insero, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Roma; da don Gionatan De Marco, direttore dell’Ufficio per la pastorale del tempo libero, del turismo e dello sport della Conferenza episcopale italiana; e da don Giovanni Biallo e don John D’Orazio, assistenti spirituali dell’Opera romana pellegrinaggi.
Prima tappa, la visita al contingente italiano che partecipa alla missione Unifil. «Incontreremo più di mille soldati italiani – sottolinea monsignor Remo Chiavarini, amministratore delegato dell’Opera romana pellegrinaggi – e parteciperemo alla Messa di consacrazione della nuova chiesa dedicata a San Giovanni XXIII, nei pressi dell’acquartieramento Unifil, che sarà presieduta dall’ordinario militare monsignor Santo Marcianò, giunto in Libano per l’occasione».
«Il viaggio è stato organizzato per far conoscere al mondo della comunicazione italiana e al mondo ecclesiale italiano la realtà libanese – spiega ancora il sacerdote –, realtà interessante, emergente, caratteristica dello scenario mediorientale. Il Libano esce da decenni di grande turbamento, ma adesso sta trovando una strada nuova, un equilibrio. Durante questo percorso visiteremo siti di grande interesse archeologico e biblico, penso a Baalbeck nella valle della Bekaa, uno dei siti archeologici più importanti del vicino oriente, a Sidone e Tiro, località citate nel Vangelo e al Monte Hermon all’orizzonte. Visiteremo anche un campo profughi e incontreremo tante realtà istituzionali: il presidente della Repubblica Michel Aoun, il ministro degli Esteri Gebran Bassil, il ministro del Turismo Avédis Guidanian, il patriarca della Chiesa maronita cardinale Béchara Boutros Rai e anche alcuni capi religiosi delle comunità sciite e sunnite».
L’Opera romana pellegrinaggi presenta, così, a tutti i fedeli e a i gruppi questo nuovo percorso in Libano, inserito nei cataloghi per il 2019. «Lo scopo e il senso dei pellegrinaggi – riflette monsignor Chiavarini – non è tanto fare del turismo, ma è gettare dei ponti, è comunicazione verso queste popolazioni che hanno assoluto bisogno di sentirsi in comunione, di sentirsi prese in considerazione. Ci sorprendono sempre l’attenzione e la gratitudine che troviamo».