La chiusura della fase diocesana della causa di beatificazione del servo di Dio Ivan Bonifacio Pavletić

La sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche e la fama di santità e di segni del Servo di Dio Ivan Bonifacio Pavletić, religioso della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione, si svolgerà venerdì 10 marzo 2023 alle ore 12 presso la Sala della Conciliazione, costituita per il Tribunale nel Palazzo Apostolico Lateranense. Il rito verrà trasmesso in diretta sulla pagina YouTube della diocesi di Roma.

La sessione di chiusura dell’inchiesta diocesana sarà presieduta da monsignor Giuseppe D’Alonzo, delegato dal cardinale vicario Angelo De Donatis. Il tribunale sarà così costituito: monsignor D’Alonzo, delegato a presiedere; monsignor Francesco Maria Tasciotti, delegato episcopale; don Andrea De Matteis, promotore di giustizia; Marcello Terramani, notaio attuario; Francesco Allegrini, notaio aggiunto. Sarà presente il postulatore Paolo Vilotta.

Ivan Pavletić nacque a Zbjegovača, frazione di Kutina, in Croazia, il 25 giugno 1864, in una famiglia di agricoltori di fede cattolica. Nel 1875 perse entrambi i genitori, ma venne affidato alla sorella e allo zio. Come tutti i ragazzi della zona, faceva il pastore di animali domestici e poi, all’età di 14 anni, iniziò a imparare un mestiere, quello di calzolaio. A 22 anni si recò a Graz, in territorio austriaco, dove si iscrisse alla “Società Cattolica dei giovani operai”, apprezzandone le iniziative religiose, dal momento che era molto riflessivo, amante del silenzio e della preghiera. Nel circolo incontrò un giovane moravo, Alberto Muller, che proveniva da Vienna e pensava di andare a Roma per realizzare la sua vocazione di consacrazione. Pavletić decise di accompagnarlo e consacrarsi anche lui.

Il 28 giugno 1887, Ivan fu accolto nell’Istituto Figli Ospedalieri dell’Immacolata Concezione, oggi Figli dell’Immacolata Concezione, e accettato come postulante dal fondatore LUIGI MARIA MONTI, oggi beato. Risiedeva in piazza Mastai, Roma, e prestava servizio nell’ospedale di Santo Spirito in Sassia come calzolaio e assistente dei malati. Prese il nome di fratel Bonifacio. Il 14 ottobre 1890, fu presso l’orfanotrofio di Saronno come “operaio calzolaio e maestro di orfani”, accompagnato dallo stesso fondatore. Nell’aprile del 1892, Pavletić tornò a Roma e fu nominato vice maestro dei novizi. Nel marzo del 1896 l’emissione dei voti perpetui.

Tutti gli anni di servizio nella congregazione, furano accompagnati dalla malattia, una tubercolosi polmonare laringea, che lo privò pian piano dell’uso della parola a tal punto da fargli annotare nel suo diario: «Il pregare con la bocca mi dà gran fastidio, pregherò con il cuore». Sabato 30 ottobre 1897, il Servo di Dio fece l’ultima confessione e giovedì 4 novembre morì. Venne sepolto al Verano, nella tomba della congregazione. Nel 2008 avvenne la traslazione nella chiesa della Casa generalizia dei Figli dell’Immacolata Concezione.

«Quando vi era qualche fatica da fare, non aspettava la chiamata, ma spontaneo si esibiva, e precedeva gli altri – racconta il postulatore della causa Paolo Vilotta –. Anzi dirò che egli aveva più bisogno di freno, che di sprone. Dopo qualche tempo dalla sua vestizione, essendo ancor novizio, sapendo i superiori che egli nel secolo faceva l’arte del calzolaio, fu destinato con un altro fratello a sopperire a tale ufficio. Con l’assidua attenzione, con l’umile sua sottomissione, col silenzio e con la fatica, doti indispensabili per bene apprendere qualunque arte e mestiere, egli in breve riuscì ottimo artista, e per la religiosa famiglia fu di grande utile ogni qualvolta di ciò aveva bisogno. Il beato Luigi Monti, testimone oculare del suo operato mentre apprendeva, dirà che per la sollecitudine di apprendere più presto possibile l’arte, domandava continuamente, come doveva fare la tal cosa, la tal altra, e spesso faceva vedere se andava bene o no ciò che aveva fatto. Sebbene, era contento, se non era poi come doveva, subito cercava, insegnato, di rimediarvi con la solita ilarità».

7 marzo 2023