Nello zaino l’amore per il prossimo e la preghiera per essere una comunità in cui si riflette sempre di più la presenza del Signore e la gioia di condividere e annunciare il Vangelo. È questa l’immagine che, mercoledì 29 marzo, ha preso forma, durante l’incontro della Consulta delle Aggregazioni Laicali della diocesi di Roma, che ha segnato l’ingresso come delegato di monsignor Riccardo Lamba, vescovo ausiliare del settore Est con delega nell’ambito della Chiesa ospitale e in «uscita», accolto calorosamente dai membri della Consulta.
L’organismo, coordinato dall’incaricato monsignor Francesco Pesce e dalla segretaria Lidia Borzì, ha iniziato il suo cammino verso il Giubileo 2025, incontrandosi presso il Pontificio Seminario Maggiore Romano.
L’incontro è stato aperto da Lidia Borzì, che, dando il benvenuto al vescovo Lamba, ha sottolineato come il prossimo Giubileo sia «un evento da vivere in pienezza affinché restino nella nostra città dei segni fecondi di speranza». Segni «che le realtà laicali devono custodire e portare con sé nelle loro esperienze di prossimità, fede e preghiera, con la consapevolezza che ci aspettano grandi sfide a cui dobbiamo rispondere sostenendoci a vicenda».
Il vescovo Lamba ha approfondito, con gli oltre 50 delegati e rappresentati delle realtà laicali, l’atto del pellegrinaggio. «Un’esperienza costante presente fin dalle origini nella tradizione cristiana che ci chiama a mettere da parte le nostre certezze e comodità per attraversare sentieri spesso sconosciuti e scoscesi». L’andare fuori, ha spiegato, implica un punto di partenza e uno di arrivo «non solo fisico ma anche spirituale», una distanza che «bisogna colmare con attenzione e con la consapevolezza che la fatica non è un elemento accidentale bensì strutturale di questa esperienza», che dona «l’opportunità di parlare e confrontarci con persone di culture diverse, facendoci scoprire durante il cammino quanto la diversità sia un’immensa ricchezza».
Da questa prospettiva l’invito alle realtà laicali a «camminare insieme agli altri, avendo sempre cura del passo delle persone che avete al vostro fianco» per raggiungere una meta concreta «che è quella di essere sempre di più un corpo unico, il Corpo di Cristo nel mondo, il sale della terra e la luce nel mondo».
A seguire i lavori di gruppo in cui i presenti si sono confrontati su cosa portare nel loro zaino, in termini di competenze ed esperienze, per essere pellegrini di speranza e lasciare segni tangibili nella società civile. In plenaria la condivisone delle riflessioni emerse che hanno tratteggiato la volontà di percorre la strada che porta al prossimo Giubileo con amore, pazienza e fraternità. Per essere una comunità capace di ascoltare e curare le relazioni con chi ha al suo fianco, e attenta a donare speranza, gioia e sostegno alle persone più fragili, facendosi così segno concreto di una “Chiesa in uscita”.
4 aprile 2023