«L’intercessione è come “lievito” nel seno della Trinità. È un addentrarci nel Padre e scoprire nuove dimensioni che illuminano le situazioni concrete e le cambiano. Possiamo dire che il cuore di Dio si commuove per l’intercessione, ma in realtà Egli sempre ci anticipa, e quello che possiamo fare con la nostra intercessione è che la sua potenza, il suo amore e la sua lealtà si manifestino con maggiore chiarezza nel popolo». Parte da questa citazione di Evangelii gaudium la lettera che il cardinale vicario Angelo De Donatis ha inviato ai monasteri di clausura. Al centro il tema del cammino sinodale, e della «preghiera incessante» che deve accompagnarlo.
«La richiesta di pregare per il cammino sinodale – scrive il vicario del Papa per la diocesi di Roma – è rivolta in particolare alle vostre realtà claustrali, che vivono già il servizio dell’orazione e dell’intercessione come missione principale, affinché costituiscano “il respiro della città”. Vi chiedo, anche a nome della équipe sinodale, di inserire tra le intenzioni di preghiera, quella per il cammino della diocesi, affinché l’ascolto dei lontani e dei vicini possa avvenire sotto l’azione dello Spirito Santo. Vi chiedo inoltre, di organizzare, ove possibile, momenti comunitari di preghiera e di riflessione dedicati al tema del cammino sinodale e, se le condizioni lo consentono, di coinvolgere anche i fedeli».
Ai consacrate e alle consacrati delle comunità claustrali, «chiamati per vocazione a costituire con la vostra stessa vita incenso che arde e sale al cielo», il cardinale De Donatis riconosce «un mandato speciale ad intercedere affinché, attraverso la vostra preghiera, la Misericordia di Dio abbracci Roma e lo Spirito apra il cuore di chi è invitato ad ascoltare».
Il testo integrale della lettera del cardinale vicario