Pubblichiamo la lettera arrivata a un parroco romano da una sua parrocchiana. Una testimonianza di amore verso le persone con disabilità.
Caro Don,
ricorro a questo mezzo che tu non usi (almeno per rispondere a me) perché tanto non è che io voglia una risposta.
Voglio solo raccontarti come sono andati questi tre giorni di centro estivo, queste 15 ore con Fabio, questo stranissimo bambino di cui mi sono presa cura.
Innanzi tutto credo che tutti dovrebbero fare l’esperienza di accudire un bambino che non è autosufficiente e che è imprevedibile. Perché ci si dimentica di tutto il resto, perfino di se stessi, perfino quando è la cosa più difficile da fare: si esce dal proprio ingombrantissimo “io” e ci si concentra solo ed esclusivamente su di lui, perché va tenuto d’occhio a vista.
E questo per quanto riguarda me (e mio figlio, che mi ha aiutato in questi tre giorni: credo che abbia fatto un gran bene anche a lui, anche se chissà quando e chissà chi ne vedrà i frutti, a me non sono destinati, evidentemente…)
Per quanto riguarda il bambino, invece, Fabio… Don, è davvero la dimostrazione che Dio fa le cose per bene, al di là di ogni nostro pensiero e ragionamento. Questo bambino non sa fare niente da solo, non va nemmeno al bagno! Eppure è capace di amare! Quindi, che dire, ha tutto quello che gli serve, tutto quello che conta, tutto quello che basta…
A parte le dimostrazioni di affetto che ha nei confronti degli adulti che si prendono cura di lui, che abbraccia e bacia e riempie di sorrisi, ti racconto quello che è successo due volte, la mattina presto, mentre arrivavano i bambini del centro estivo.
Fabio viene sempre prestissimo, è uno dei primi, e quindi poi guarda tutti gli altri bambini che uno a uno arrivano, misurano la temperatura ed entrano. A un certo punto arriva una mamma che accompagna la figlia, e porta anche un passeggino con dentro la sorellina, una bambina bellissima, avrà 9 mesi, anche meno, la pelle rosa, i capelli biondi, sorridente, perfetta.
Fabio la vede e si avvicina, le sorride, la accarezza, le dà un bacio sulla testa, le fa dei versi di meraviglia e di coccola, poi prende il passeggino e lo spinge avanti e indietro, e poi la porta un po’ in giro…
Una cosa commovente e straziante allo stesso tempo!
Allora questo bambino, che non sarà mai “produttivo” come il mondo lo intende, che sarà sempre inevitabilmente un “peso” per chi dovrà averne cura, che è faticoso e a volte imprevedibile e non sai mai cosa inventarti per fargli fare qualcosa (con me ha giocato, ma 5 ore sono lunghe, e ci sono stati dei momenti più faticosi di altri, e parlo solo di tre giorni! La sua mamma ha le braccia piene di lividi e di morsi, e in alcuni momenti, quando è stanco o quando non ottiene quello che vuole cerca di mordere anche se stesso e chiunque gli capiti a tiro), insomma, è chiarissimo che è perfetto così, e se lo guardi ti rendi conto che Dio l’ha proprio voluto così, e che non si sa perché, non si sa per chi o per cosa, ma c’è sicuramente un piano unico e speciale nella Sua mente per il quale ha fatto Fabio, la sua speciale e perfetta creatura, e l’ha messo esattamente dove sta, incapace di fare qualunque cosa, ma capace di amare… cosa gli manca? Niente, direi.
Quindi Don, dopo questi tre giorni i genitori di Fabio mi hanno ringraziata per averlo accudito, ma la verità è che sono io a dover ringraziare loro, e ringrazio anche te per avermi dato la possibilità di fare parte di tutto questo.
13 luglio 2021