La XXII Giornata del mondo accademico

Foto di Davide Valente

Catechesi, teatro, musica, ma soprattutto la celebrazione del sacramento della riconciliazione e il passaggio dalla Porta Santa di San Giovanni in Laterano. In questo anno giubilare, assume una veste nuova la XXII Giornata del mondo accademico, organizzata dall’Ufficio per la pastorale universitaria della diocesi di Roma. Per inaugurare l’evento, venerdì 17 ottobre, il cardinale vicario Baldo Reina incontrerà, a porte chiuse, i rettori di tutte le università romane (statali, pontificie, private e libere). Quindi don Maurizio Mirilli, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria, alle ore 18, darà il benvenuto a docenti e studenti universitari riuniti nell’Aula della Conciliazione, per assistere alla drammaturgia di Francesco d’Alfonso “Oltre quello che c’è”. Sarà l’opera, interpretata dagli allievi dell’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico, a dare il via alla tre giorni; seguirà poi un incontro su “La speranza è il significato di ciò che facciamo”, che vedrà il narratore Roberto Mercadini in dialogo con don Gabriele Vecchione, cappellano della Sapienza e vicedirettore dell’Ufficio diocesano. L’accesso è libero e gratuito, consentito fino ad esaurimento dei posti disponibili. Alle ore 21, poi, è previsto un concerto del Coro lirico e orchestra d’archi del Conservatorio Santa Cecilia di Roma diretto da Michelangelo Galeati, nella basilica di Santa Croce in Gerusalemme; anche in questo caso l’ingresso è libero e gratuito.

Il giorno seguente, 18 ottobre, sono in programma due catechesi per docenti e per studenti a Sant’Antonio da Padova e a Santi Marcellino e Pietro. Al termine, alle 10.30, tutti si ritroveranno nella cattedrale di Roma, per attraversare la Porta Santa ed accostarsi al sacramento della Riconciliazione. Alle ore 12, il cardinale vicario Baldo Reina celebrerà l’Eucarestia, sempre nella basilica di San Giovanni in Laterano. Ancora, sabato 18 alle ore 20.30, al Teatro Anfitrione, è in programma “Gran Teatro Bernini”, drammaturgia di d’Alfonso, con ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento posti; sarà replicato il 19 ottobre alle ore 18, nello stesso teatro. Domenica 19, nella cappella della Sapienza, alle 10.30, don Roberto Buattini terrà una catechesi su “In my end is my beginning. Come salvarsi dalla retorica della speranza”. Seguirà la celebrazione eucaristica, alle ore 11.

«Saranno tre giorni di riflessione sia spirituale che culturale», dice don Mirilli. E spiega com’è nata l’idea di questa iniziativa: «In occasione del Giubileo del mondo dell’educazione, che ci sarà la settimana seguente, abbiamo voluto creare un’occasione di preparazione e per questo motivo, quest’anno, invece del tradizionale pellegrinaggio fuori, abbiamo pensato di rimanere a Roma. Perché da tutto il mondo i pellegrini stanno venendo qui». Gli fa eco don Vecchione: «In passato abbiamo organizzato la Giornata del mondo accademico puntando soprattutto sull’accoglienza delle matricole, mentre stavolta abbiamo voluto allargare a tutto il mondo accademico: dagli studenti, ai docenti, ma anche al personale amministrativo delle università. Perché nelle università si fa il futuro. Avere l’educazione nel cuore significa avere la trasmissione nel cuore, provare gioia perché un giovane possa crescere e possa fiorire. La fede non può che diventare cultura. La fede è razionale ed è intellegibile, quindi non possiamo accontentarci del populismo che respiriamo da tutte le parti e dell’antiintellettualismo diffuso».

Tra i vari appuntamenti in programma, come detto, anche uno spettacolo dedicato a Bernini. «Gian Lorenzo Bernini è un artista che ha vissuto un tempo straordinariamente lungo per la sua epoca, la maggior parte del quale passato a Roma – illustra d’Alfonso –. La sua vicenda umana e artistica è intimamente legata all’Urbe, tanto che le sue opere ne hanno cambiato il volto, contribuendo a renderla la città spettacolare che oggi vediamo: Roma porta inequivocabilmente la firma di Bernini. Con lui nasce un’arte scenografica, talmente coinvolgente da diventare teatrale. In effetti proprio il teatro accompagnò Bernini in tutta la sua lunga vita – fu scenografo, scenotecnico, attore, autore, corago di opere in musica – dandogli la possibilità di espandere all’infinito la sua idea di bellezza, che la scultura, l’architettura e la pittura racchiudevano in opere “finite”: perché la bellezza è connessa all’anelito di infinito custodito in ogni uomo».

13 ottobre 2025