Le «quattro vicinanze» essenziali per i sacerdoti: la meditazione del cardinale Angelo De Donatis

«È bene sempre cominciare un cammino spirituale (o un ritiro, o anche solo un tempo di preghiera) chiedendo a Dio una grazia particolare, quella che si vorrebbe ottenere dalle sue mani, per mezzo dell’incontro con Lui. (…) Sento anche io di voler chiedere una grazia per noi, per ciascuno di noi, vescovi, sacerdoti e diaconi, una grazia da chiedere insistentemente in questo tempo di Quaresima: è la Sapienza che viene dall’Alto, cioè quella vita nuova donata dallo Spirito che fa vedere le cose come le vede Dio, che fa vivere il quotidiano, pur in mezzo alle difficoltà più amare, con una intensità e una leggerezza che vengono dal Signore, perché sono il segno di un cuore ormai abitato dall’essenziale, unificato cioè dalla Sapienza di Dio».

Il cardinale vicario Angelo De Donatis esordisce così nella liturgia penitenziale di giovedì 3 marzo, celebrata nella basilica di San Giovanni in Laterano come tradizione il giorno successivo al Mercoledì delle Ceneri. Presenti vescovi, sacerdoti, religiosi, diaconi della diocesi, ai quali è stata data la possibilità di accostarsi al sacramento della riconciliazione.

Il vicario ricorda inoltre le “quattro vicinanze” del sacerdote, di cui parla Papa Francesco: «Se cioè il modo in cui vivo e condivido la mia vita di prete è plasmato dalle quattro vicinanze – a Dio, al Vescovo, ai fratelli presbiteri e al Popolo di Dio –, allora rimango nella pace donata dallo Spirito, anche se attraverso momenti e stati d’animo diversi, positivi e d’entusiasmo, o negativi, di fatica e di desolazione».

Per un presbitero, ha detto ancora il cardinale De Donatis, «sono essenziali: al Popolo di Dio, ai suoi fratelli, alla paternità del Vescovo. È impossibile pensarsi e vivere da persone isolate! Tutto ciò che il presbitero è, tutto ciò che egli compie nel suo ministero, privato di queste relazioni costitutive, perde totalmente di identità e di significato».

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