Leone XIV ai cardinali: «Sparire perché rimanga Cristo»

La Chiesa ha il compito «inscindibile» di custodire il dono della salvezza e di annunciarlo in un mondo dove la fede è marginalizzata e Cristo è spesso «ridotto solamente a una specie di leader carismatico o di superuomo, e ciò non solo tra i non credenti, ma anche tra molti battezzati, che finiscono così col vivere, a questo livello, in un ateismo di fatto». La centralità di Gesù nella vita della Chiesa e l’impegno dei ministri a «sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato, spendersi fino in fondo perché a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo», i punti cardine della prima omelia di Papa Leone XIV. «Dio mi dia questa grazia, oggi e sempre – ha affermato nella Cappella Sistina, dove ha presieduto oggi, 9 maggio, la Messa pro ecclesia con i 132 cardinali elettori e con quelli presenti a Roma -, con l’aiuto della tenerissima intercessione di Maria Madre della Chiesa».

Prima di pronunciare l’omelia, il pontefice si è rivolto ai porporati a braccio e in inglese, sua lingua madre. Si è detto certo di poter contare su ognuno di loro per camminare insieme come Chiesa per annunciare la Buona Novella. Sotto le volte affrescate da Michelangelo, Papa Prevost ha ricordato il predecessore, Francesco, il quale ha insegnato che «siamo chiamati a testimoniare la fede gioiosa in Gesù Salvatore». Il Vangelo proclamato durante la celebrazione è stato quello della professione di fede e del primato di Pietro tratto da Matteo. Citando le parole della pericope, Leone XIV ha osservato che «anche per noi, è essenziale ripetere: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. È essenziale farlo prima di tutto nel nostro rapporto personale con Lui, nell’impegno di un quotidiano cammino di conversione. Ma poi anche, come Chiesa, vivendo insieme la nostra appartenenza al Signore e portandone a tutti la Buona Notizia. Dico questo prima di tutto per me, come Successore di Pietro, mentre inizio questa mia missione di Vescovo della Chiesa che è in Roma, chiamata a presiedere nella carità la Chiesa universale».

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