Niente ventilazione meccanica durante la notte, alimentazione con cibo solido, fisioterapia. Positive le notizie diffuse oggi dalla Sala Stampa della Santa in merito alle condizioni di salute di Papa Francesco che, come ricordiamo, è ricoverato al Policlinico Agostino Gemelli dallo scorso 14 febbraio per una polmonite bilaterale.
«La scorsa notte scorsa non ha dovuto fare uso della ventilazione meccanica – si legge nella nota –. La situazione del Papa resta stabile e si registrano lievi miglioramenti per quanto riguarda la situazione motoria e respiratoria. I medici stanno procedendo ad una progressiva diminuzione dell’uso della ventilazione meccanica la notte e l’ossigenazione ad alti flussi durante la giornata, procedendo alla somministrazione ordinaria dell’ossigeno attraverso le cannule nasali. La scorsa notte, quindi, il Papa non ha usato la maschera: una buona notizia da accogliere con prudenza, sottolinea la Sala Stampa, perché non vuol dire che non ne farà uso nei prossimi giorni. Serve infatti una progressiva riduzione e non uno stacco definitivo».
Quanto all’attività della giornata, informa ancora la Sala Stampa che «Francesco si è sottoposto alla terapia farmacologica, alla fisioterapia motoria e quella respiratoria, ha svolto un po’ di attività lavorativa e si è dedicato alla preghiera. Continua a seguire una dieta alimentare prescritta dai medici composta anche da cibo solido. Il quadro clinico resta complesso in una situazione di stabilità».
Ma nonostante le condizioni di salute, il Santo Padre ha trovato il tempo di scrivere al direttore del “Corriere della Sera”, che aveva fatto giungere un biglietto di auguri al Pontefice. «Vorrei incoraggiare – scrive il Papa – lei e tutti coloro che dedicano lavoro e intelligenza a informare, attraverso strumenti di comunicazione che ormai uniscono il nostro mondo in tempo reale: sentite tutta l’importanza delle parole. Non sono mai soltanto parole: sono fatti che costruiscono gli ambienti umani. Possono collegare o dividere, servire la verità o servirsene. Dobbiamo disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra. C’è un grande bisogno di riflessione, di pacatezza, di senso della complessità. Mentre la guerra non fa che devastare le comunità e l’ambiente, senza offrire soluzioni ai conflitti, la diplomazia e le organizzazioni internazionali hanno bisogno di nuova linfa e credibilità. Le religioni, inoltre, possono attingere alle spiritualità dei popoli per riaccendere il desiderio della fratellanza e della giustizia, la speranza della pace».
18 marzo 2025