Monsignor Feroci ordinato arcivescovo, «mano tesa verso i poveri»

Domenica 15 novembre, al Nuovo Santuario della Madonna del Divino Amore, il cardinale vicario Angelo De Donatis ha presieduto la Messa con l’ordinazione episcopale di monsignor Enrico Feroci, parroco di Santa Maria del Divino Amore a Castel di Leva e rettore del Seminario della Madonna del Divino Amore. Conconsacranti l’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente emerito del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali, e monsignor Vincenzo Apicella, vescovo di Velletri-Segni. Monsignor Feroci sarà creato cardinale da Papa Francesco nel Concistoro del prossimo 28 novembre.

«Sei sempre stato una mano tesa verso i poveri», ha detto il vicario a proposito di monsignor Feroci, ricordandone gli anni trascorsi come direttore della Caritas diocesana di Roma. «Talenti», «gratitudine» e «restare» sono le tre parole sulle quali il porporato si è soffermato nell’omelia. «Il talento che il Padre ci affida – ha spiegato commentando il Vangelo – è la nostra stessa vita. La parabola, più che farci fare i conti con cosa riusciamo o meno a fare, ci invita a mettere da parte la paura». L’esortazione è a «uscire, abbandonare la logica del possesso e abbracciare la matematica della condivisione».

Poi la «gratitudine» per il dono di monsignor Feroci: «Vogliamo ringraziare Dio per te e con te, caro don Enrico – ha proseguito il presule -, pensando a quanto hai preso sul serio questa parabola, a quanto ami Dio e la Chiesa e a quanto tu ti sei speso affinché il dono del Padre fosse condiviso con gli altri».

«Restare» è l’ultima parola su cui ha riflettuto il porporato: «Non smettere di rimanere innestato nella vite del Signore!», ha detto al nuovo arcivescovo. Quindi il paragone con Mosè: . «Anche per lui i primi ottant’anni di vita sono serviti per prepararsi alla missione che Dio aveva pensato per lui!». L’augurio del cardinale è allora «di rimanere in quell’amore che dà vita, in quella vite che fa portare frutto, fino a 120 anni… come Mosè!».

16 novembre 2020