Sono passati cinque anni dall’esplosione della pandemia di Covid 19, ma i ricordi di quel marzo del 2020 sono indelebili nella memoria. Soprattutto in quella di chi, a causa del coronavirus, ha perso una persona cara. Per loro e per tutti il 16 marzo verrà celebrata la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Covid-19. La diocesi di Roma vivrà questo anniversario con una celebrazione eucaristica, domenica prossima alle 11 al Nuovo Santuario della Madonna del Divino Amore; presiederà il vicegerente della diocesi, il vescovo Renato Tarantelli Baccari.
«La Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Covid-19 ci riporta alle mente il dolore vissuto nei mesi più duri della pandemia – dichiara il vescovo Tarantelli Baccari –. Ricordiamo come il virus, nemico invisibile e sconosciuto, ha imposto solitudine e paura, privando molte persone della possibilità di salutare i propri cari e costringendo la società a una drammatica sospensione della vita quotidiana. Il ricordo delle bare portate in silenzio al cimitero, delle lacrime versate senza un abbraccio di conforto, è ancora vivo». Ma se la pandemia ha generato smarrimento e rassegnazione, prosegue il presule nella sua riflessione, «la fede cristiana continua a indicare una via di speranza. Gesù, che ha sofferto con i sofferenti e pianto con chi piangeva, ha vinto la morte e ha introdotto i credenti in una comunione che il male non può spezzare. Pertanto la celebrazione in memoria delle vittime del Covid-19 sarà un’occasione per ricordare chi non ce l’ha fatta e pregare per loro. Pensiamo inoltre che sia un’occasione per manifestare vicinanza ai familiari delle vittime. Un pensiero speciale sarà rivolto agli operatori sanitari e a quanti si sono spesi in prima linea nella lotta contro questo nemico invisibile e così insidioso, spesso a costo della propria vita. Un tempo osannati come eroi, oggi rischiano di essere dimenticati o trattati con ingratitudine. Eppure, la loro dedizione rimane un segno concreto di amore e sacrificio che ci apre ad una rinnovata speranza».
L’invito a partecipare alla celebrazione del 16 marzo arriva anche da monsignor Andrea Manto, vicario episcopale per la Pastorale della salute. La prova del Covid-19 «non ha risparmiato nessuno – dice –, né la società civile né la Chiesa, impossibilitati dall’emergenza a manifestare anche solo un semplice segno di umana vicinanza, come l’estremo saluto delle esequie. Ed è facile immaginare come i solchi di quelle sofferenze siano ancora ben presenti in molti nostri concittadini, in attesa semplicemente di un momento di condivisione o di un gesto di memoria e speranza». Per questo è stato organizzato un momento liturgico, da vivere come «un’occasione – è l’auspicio di monsignor Manto – per manifestare vicinanza ai familiari delle vittime e anche per offrire un pubblico ringraziamento a coloro che si sono spesi in prima linea nella lotta contro questo nemico invisibile e così insidioso».
11 marzo 2025