«Eccomi, eccoci di nuovo a Lourdes, in un anno tutto particolare, con un’emozione diversa, con un’intenzione unica, con la consapevolezza di un privilegio nel rappresentare tantissimi altri pellegrini di Roma, d’Italia e del mondo che quest’anno non sono potuti partire, per diversi motivi che conosciamo». Il cardinale vicario Angelo De Donatis ha celebrato, questa sera alle 19, la prima Messa da Lourdes, dando così il via ufficiale al pellegrinaggio diocesano nella cittadina francese.
Una tradizione, quella del cammino diocesano di fine agosto, che quest’anno «non era scontata», anzi era «un azzardo, una scommessa» come ha sottolineato monsignor Remo Chiavarini, amministratore delegato dell’Opera romana pellegrinaggi, che ha organizzato il viaggio. «Essere qui oggi ha del miracoloso, è una gioia grande», ha ribadito monsignor Chiavarini, ricordando come il pellegrinaggio si sta svolgendo nel rispetto di tutte le norme di sicurezza sanitaria previste in Francia e in Italia: distanziamento fisico e obbligo di mascherina, anche all’aperto nello spazio del Santuario mariano.
Alla pandemia sono state dedicate anche le parole del cardinale De Donatis nella celebrazione delle ore 19. «Questo periodo – ha infatti sottolineato nell’omelia – non è stato una “parentesi”, ma piuttosto un tempo in cui siamo “stati arati” per fare di noi “il terreno buono” che accoglie il seme dei doni di Dio, nel buio, nel silenzio e nella prova. Il seme è cresciuto, notte e giorno, “come, noi stessi non sappiamo” (cfr. Mc 4,27), in un modo originale rispetto ai nostri piani. Papa Francesco nell’omelia della Messa di Pentecoste ha detto: “Peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi”».
Gli effetti della crisi si vedono anche nella cittadina di Bernadette: molti alberghi e ristoranti chiusi, mentre il Santuario sta iniziando ad accogliere i primi gruppi di pellegrini in arrivo dopo diversi mesi. «Quest’anno – ha detto De Donatis – è stato per l’umanità un inizio di crisi, economica, sociale, psicologica, relazionale. Ma anche per noi cristiani è stato ed è un tempo in cui abbiamo dovuto rinunciare a tante sicurezze, per essere invitati a ricominciare, facendoci piccoli. È stato commovente sapere che tante famiglie, soprattutto nella settimana santa, siano diventate veramente piccole chiese domestiche, dove i genitori hanno aiutato i figli a pregare e a vivere l’attesa della Pasqua e dove i figli hanno accompagnato i genitori sulla via della semplicità».
Infine, la conclusione: «Non lasciamoci sfuggire questa occasione, non perdiamo di vista Lui. Se siamo chiamati ancora ad essere distanziati socialmente e a mettere una mascherina, da Lui corriamo senza problemi, non temendo di abbracciarlo forte, di stringerci a Lui senza maschere, nella verità della nostra vita e nella nudità della nostra fragilità. Maria ci sarà da guida».
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24 agosto 2020