Oggi Papa Francesco compie 83 anni. Auguri da tutta la comunità diocesana di Roma!
17 dicembre 2019
Oggi Papa Francesco compie 83 anni. Auguri da tutta la comunità diocesana di Roma!
17 dicembre 2019
Santità, La comunità diocesana ricorda con gioia l’undicesimo anniversario della Sua elezione al ministero petrino.
Ci sentiamo onorati e privilegiati per averLa come nostro Vescovo e pastore. Le siamo grati perché in tutti questi anni non ha mai smesso di aprirci prospettive spirituali e pastorali di ampio respiro, essendoci testimone, stimolo a muoverci.
Le siamo grati perché non ha mai dimenticato di manifestare sempre la parte degli ultimi, dei diseredati e per essere strenuo difensore della pace.
Santità, lo sappiamo e lo vediamo quanto Lei lavori senza risparmiarsi; ed anche in questo ci è di esempio. Il Popolo santo di Dio che è in Roma, e di cui lei è padre, lo vede e rimane sempre edificato.
Nel porgerLe gli auguri per questo anniversario, Le rinnoviamo la nostra vicinanza e Le assicuriamo la nostra costante preghiera.
Card. Angelo De Donatis
Vicario di Sua Santità per la Diocesi di Roma
Sempre più spesso all’attenzione dei servizi di psicologia e di neuropsichiatria infantile giungono ragazzi e ragazze che sono stati oggetto di vessazioni, in genere da parte di coetanei, nelle forme più svariate, il più delle volte nell’ambiente scolastico, o comunque in esso originate, talvolta al di là della stessa immaginazione, come si fosse protagonisti di un videogioco.
È un prodotto del tempo che viviamo, che si nutre ormai abitualmente della realtà virtuale (ossimoro per eccellenza!) che tende a far credere che ogni cosa sia possibile… e ciò forse è vero nella misura in cui ogni cosa si muova all’interno della propria dimensione. Purtroppo nel nostro tempo accade con sempre maggior frequenza che il mondo bidimensionale salti fuori dal monitor per invadere gli spazi reali, fino a prenderne il sopravvento e a determinare uno stravolgimento dell’esame di realtà da parte di chi non ha ancora sufficienti strumenti per distinguere il falso dal vero, parafrasando Guccini.
Sotto il termine “bullismo” si possono raggruppare comportamenti che ormai vengono considerati parte della cosiddetta normalità, perché nel mondo virtuale il bullo assume le stesse caratteristiche del furbo, si muove cioè sotto false credenziali, diventando così un modello cui aspirare, un esempio di pragmatismo cibernetico. E si sa che nel web non c’è spazio né per sentimentalismi né per moralismi.
Qui risiede la differenza fra il bullismo moderno e quello di una volta… un sempre maggiore assottigliamento dell’area affettiva, fino alla trasparenza, per usare una metafora radiologica. Il ritrovarsi cioè di fronte a una generazione con un progressivo indebolimento della capacità di criticare il proprio operato, perché viene sempre più a mancare la palestra del moralismo, sia esso pratico o puro.
Il bullo tradizionale, invece, era raggiungibile, aveva ben efficiente la capacità di confrontarsi con le proprie azioni, ed era proprio sul terreno del pragmatismo che poteva mostrare le proprie qualità sottostanti, alle quali agganciarsi per costruire un’alternativa, un percorso direzionato verso l’integrazione sociale.
Oggi il fenomeno bullismo viaggia attraverso i neo-social e fa proselitismo grazie all’arroganza del sistema, concepito in termini algoritmicamente verticistici, per cui uno solo può amministrare l’espressione del gruppo nascondendosi dietro l’omertà informatica, più bieca e cinica di quella conosciuta dalla mia generazione. Chi viene attaccato, infatti, non possiede appigli, non può far leva sulla dialettica e sulla razionalità, se viene circondato non trova nessuno su cui appoggiarsi… e se oggi questo accerchiamento avviene fisicamente, per la strada, gli altri, quelli onesti, non sono più abituati a frapporsi, a fare da scudo contro l’ingiustizia e la stupidità, come se si stesse perdendo sul piano epigenetico la capacità spontanea di proteggere gli individui della specie esposti a un rischio contingente nel contesto sociale.
Il fatto preoccupante è che attualmente gli insegnanti, ultimo baluardo da frapporre fra i bulli e le loro vittime, sono in seria difficoltà, non avendo la piena autorevolezza che veniva riconosciuta come insita nel loro ruolo, venendo addirittura non infrequentemente sconfessati dagli stessi genitori. In questo stravolgimento dei tradizionali ruoli sociali, un intervento dell’insegnante rischia di attivare meccanismi di rinforzo da parte dei genitori stessi, fino a poter precludere l’efficacia educativa di un deciso richiamo alle regole di convivenza e di reciproco rispetto.
Ciononostante, proprio gli insegnanti possono configurarsi come l’anello di congiunzione tra le parti in gioco, potendo agire sia sui precursori del bullismo, cioè sul vuoto antecedente che favorisce l’attecchimento del gioco sadico che seleziona la vittima e la offre in pasto al carnefice, sia sugli eventi successivi all’episodio di bullismo, laddove solo l’intervento di un arbitro adulto consente di stroncare l’aggressione prima che incida sull’equilibrio di chi subisce, fino a determinare effetti in alcuni casi devastanti.
Di fronte alla prepotenza del “disimpegno morale”, occorre riaffermare il primato delle regole basate sul rispetto e sulla responsabilità individuale, presupposto imprescindibile per la costruzione di una società giusta e solidale. Albert Einstein, in modo acuto, osserva: «Il mondo è un posto pericoloso, non a causa di chi compie azioni malvagie, ma di quelli che osservano senza dire nulla». (Roberto Rossi, neuropsichiatra dell’età evolutiva)
10 novembre 2017
Mercoledì 22 maggio alle ore 20 nella parrocchia di San Tommaso Moro (via dei Marrucini) monsignor Bruno Forte, arcivescovo metropolita di Chieti-Vasto, presenterà il suo libro “Gerusalemme, città della pace, crocevia di conflitti”. Interverranno Oren David, ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede, e il giornalista Gian Guido Vecchi, vaticanista del Corriere della Sera, che modererà l’incontro.
«Sarà un’occasione – auspica il parroco don Andrea Celli – per confrontarsi su un argomento di attualità, e favorire il dialogo interreligioso».
15 maggio 2019
Benedizione dei bambinelli in piazza San Pietro, a cura del Centro oratori romani.
Benedice i lavori di restauro della Rettoria di San Lorenzo in Palatio ad Sancta Sanctorum (Scala Santa).
Giovedì 5 gennaio 2023, alle ore 9.30, in Piazza San Pietro, il Santo Padre Francesco presiederà la Messa esequiale per il defunto Sommo Pontefice Emerito Benedetto XVI.
L’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha comunicato che i presbiteri potranno concelebrare muniti di apposito biglietto da richiedere sul sito biglietti.liturgiepontificie.va/ e si dovranno trovare, entro le ore 8.30, direttamente nel settore loro riservato in Piazza San Pietro, dove indosseranno l’amitto, il camice, il cingolo e la stola rossa che avranno portato con sé.
Per tutti gli altri fedeli l’accesso in Piazza San Pietro sarà libero non essendo previsto un biglietto.
2 gennaio 2023
Joseph Aloisius Ratzinger era nato il 16 aprile 1927, Sabato Santo, a Marktl, in Baviera. Terzogenito di Maria Rieger e Joseph Ratzinger senior, fu battezzato lo stesso giorno. I due fratelli maggiori erano Maria (1921-1991) e Georg (1924-2020), a cui fu particolarmente legato fino alla fine, tanto che l’ultimo viaggio da Papa emerito fu per andare a trovare il fratello ormai in fin di vita.
Nel 1939 si iscrisse al seminario di Traunstein, chiuso nel 1942. Fu costretto a iscriversi alla Gioventù hitleriana per non ricevere sanzioni nelle tasse scolastiche ma grazie a un insegnante di matematica riuscì a non partecipare alle riunioni. A 16 anni fu arruolato nell’esercito tedesco, da cui disertò nelle ultime settimane di guerra, senza aver mai partecipato ad alcuna battaglia. Nel 1947 si iscrisse al seminario interdiocesano di Monaco. Il 29 giugno 1951, fu ordinato presbitero assieme al fratello Georg dal cardinale Michael von Faulhaber, arcivescovo di Monaco e Frisinga.
Professore universitario, partecipò al Concilio Vaticano II prima come consulente teologico del cardinale di Colonia Frings, poi come perito. Il 24 marzo 1977 fu nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga da papa Paolo VI. Fu consacrato il 28 maggio. Come motto episcopale scelse l’espressione Cooperatores veritatis.
Il 27 giugno 1977 Paolo VI lo creò cardinale, del titolo presbiterale di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino.
Nel 1978 partecipò ai due conclavi che elessero Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II. Quest’ultimo il 25 novembre 1981 lo nominò prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il 27 novembre 2002 fu eletto decano del Sacro Collegio.
Fu eletto Pontefice il 19 aprile 2005. L’11 febbraio 2013, durante il concistoro per alcune canonizzazioni, annunciò la sua libera rinuncia al ministero petrino. Il 28 febbraio alle 20 si ritirò nel palazzo apostolico di Castelgandolfo, dando inizio alla sede vacante che portò all’elezione di Francesco.
31 dicembre 2022