28 Agosto 2025

Settimana di fraternità in Val di Fassa

Da mercoledì 4 a venerdì 6 luglio Partecipa in Val di Fassa alla settimana di fraternità per i seminaristi organizzata dal Pontificio Seminario Romano Maggiore.

Don Francesco Donega è il nuovo rettore del Seminario Redemptoris Mater

Da sinistra a destra: monsignor Claudiano Strazzari, il cardinale Angelo De Donatis e don Francesco Donega

Cambiano i vertici al Collegio diocesano missionario di Roma “Redemptoris Mater”. Celebrando l’Eucaristia, lo scorso 30 giugno (foto), il cardinale vicario Angelo De Donatis ha avuto modo di annunciare ufficialmente il nuovo rettore (dal primo luglio) don Francesco Donega (dal 2017 occupava il posto di vice rettore). L’uscente, monsignor Claudiano Strazzari, alla guida del Seminario dal 1998, è stato nominato canonico di San Giovanni in Laterano.

Da prossimo primo settembre il nuovo vice rettore sarà don Massimiliano Nazio, dal 2013 alla guida della parrocchia di San Giovanni Battista de La Salle. Don Davide Lees, finora parroco di Santa Maria Consolatrice, sarà invece il nuovo Prefetto degli Studi.

Dalle ore 8,30 Riceve i sacerdoti.

Dalle ore 8,30 Riceve i sacerdoti.

Ore 17,30 Messa nella Basilica Lateranense…

Ore 17,30 nella Basilica Lateranense presiede la Messa in occasione della consacrazione di due vergini.

 

 

Alle ore 12,00 Messa al Seminario Redemptoris Mater…

Alle ore 12,00 al Seminario Collegio Diocesano Redemptoris Mater celebra la Messa e incontra la Comunità.

 

Ore 18,00 nella Basilica Lateranense presiede i Vespri …

Ore 18,00 nella Basilica Lateranense presiede i Vespri nella Solennità dei Santi Pietro e Paolo.

 

 

Santi Pietro e Paolo, la celebrazione dei vespri con il cardinale De Donatis

Il 29 giugno, solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo, il vicario del Papa Angelo De Donatis ha presieduto nella cattedrale di Roma, la basilica di San Giovanni in Laterano, la sua prima celebrazione da cardinale, guidando la preghiera dei vespri. Al centro, il tema della testimonianza della fede, sul modello dei due apostoli, e il ricordo di don Andrea Santoro, il parroco romano fidei donum, ucciso a Trebisonda, in Turchia, il 5 febbraio 2006, che si soffermava sulla necessità nei nostri giorni di annunciare la verità di Dio e le sue promesse di vita.

De Donatis ha citato anche le parole del vescovo ausiliare Paolo Ricciardi sulla solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo pubblicate come editoriale sul settimanale diocesano Roma Sette di domenica 24 giugno. «Abbiamo un tesoro inestimabile, noi cristiani di Roma – scrive il vescovo -. Mentre il sole di fine giugno accende al mattino la cupola di San Pietro e la sera illumina il mosaico della facciata di san Paolo, anche noi capovolgiamo lo sguardo, desiderando di perdere la testa per Cristo e per la Chiesa. Per Roma e per i romani. Solo così Roma diventerà di nuovo “Amor”».

Al termine della celebrazione, il nuovo cardinale ha salutato i presenti nel cortile del Palazzo Lateranense.

L’omelia integrale

La riflessione del vescovo Ricciardi

La lettera di don Andrea Santoro

 L’articolo di Roberta Pumpo su  Romasette.it 

Ore 9,30 in Piazza San Pietro concelebra con il Santo Padre nella Messa.

 

Ore 9,30 in Piazza San Pietro concelebra con il Santo Padre nella Messa.

 

 

Titolo di San Marco per il cardinale vicario

Di San Marco al Campidoglio il cardinale De Donatis è stato parroco dal 2003 al 2015. Il Papa, nel Concistoro del 28 giugno, gli ha assegnato come “titolo” proprio quello legato alla basilica di piazza Venezia, la chiesa nazionale dei veneti residenti a Roma.

De Donatis cardinale, Il Papa: «Servire Cristo nel popolo fedele di Dio…»

A San Pietro sono le 16.35 quando il vicario di Roma si inginocchia davanti al suo vescovo. Sul capo di don Angelo, Francesco impone lo zucchetto e la berretta cardinalizia «rossa come segno della dignità del cardinalato, a significare che dovete essere pronti a comportarvi con fortezza, fino all’effusione del sangue, per l’incremento della fede cristiana, per la pace e la tranquillità del popolo di Dio e per la libertà e la diffusione della Santa Romana Chiesa».
Poi, «dalla mano di Pietro» la consegna dell’anello con l’invito a ricordare che «con l’amore del Principe degli Apostoli si rafforza il tuo amore verso la Chiesa». Infine, dopo la consegna della Bolla di creazione cardinalizia e l’assegnazione del “titulus Marci” (San Marco in Campidoglio ndr.), lo scambio dell’abbraccio di pace tra il Papa e il suo vicario per la diocesi di Roma.

Oltre a De Donatis cardinale, nel Concistoro di oggi, sono stati creati altri due cardinali italiani: Giovanni Angelo Becciu, Sostituto della Segreteria di Stato vaticana fino ad agosto, quando assumerà la guida della Congregazione per le cause dei santi, e Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell’Aquila. Con loro, a ricevere la berretta cardinalizia, Luis Raphael I Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei, in Iraq; Luis Ladaria Ferrer, gesuita spagnolo, dal 1° luglio 2017 prefetto della Congregazione per la dottrina della fede; Konrad Krajewski, polacco, Elemosiniere pontificio; Joseph Coutts, arcivescovo di Karachi, in Pakistan; Antonio dos Santos Marto, vescovo di Leiria– Fatima, in Portogallo; Pedro Ricardo Barreto Jimeno, gesuita, arcivescovo di Huancayo, in Perù; Désiré Tsarahazana, arcivescovo di Toamasina, in Madagascar; Thomas Aquino Manyo Maeda, arcivescovo di Osaka, in Giappone.

Tre i cardinali non elettori: Sergio Obeso Rivera, arcivescovo emerito di Xalapa, messicano, Toribio Ticona Porco, prelato emerito di Corocoro, boliviano, e Aquilino Bocos Merino, claretiano spagnolo, l’unico non vescovo tra i nuovi cardinali.
A tutti loro, sulla scorta del Vangelo di Marco, il Papa ha ricordato che non serve «guadagnare il mondo intero se si è corrosi all’interno», se si vive «tutti presi da intrighi asfissianti che inaridiscono e rendono sterile il cuore e la missione». In questa situazione – il monito di Francesco – «si potrebbero già vedere gli intrighi di palazzo, anche nelle curie ecclesiastiche».

Ma, niente paura, «mentre siamo sulla strada per Gerusalemme, il Signore cammina davanti a noi per ricordarci ancora una volta che l’unica autorità credibile è quella che nasce dal mettersi ai piedi degli altri per servire Cristo». Il cardinalato non è una promozione, una onorificenza, lo è «servire Cristo nel popolo fedele di Dio, nell’affamato, nel dimenticato, nel tossicodipendente, in persone concrete con le loro storie e speranze, con le loro attese e delusioni, con le loro sofferenze e ferite». Infine il monito del pontefice ai neo cardinali: «Nessuno di voi deve sentirsi “superiore” ad alcuno. Nessuno di voi deve guardare gli altri dall’alto verso il basso. Possiamo guardare così una persona solo quando la aiutiamo ad alzarsi».

da Romasette.it, 28.giugno.2018

Dalle ore 18,00 alle ore 20,00 “visite di cortesia” nell’Aula Paolo VI

Dalle ore 18,00 alle ore 20,00 si svolgeranno le “visite di cortesia” nell’Aula Paolo VI in Vaticano.

 

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