Pagine di storia religiosa: I miracoli mariani del 1796

di Domenico Rocciolo

Con l’armistizio di Bologna del 23 giugno 1796, Napoleone Bonaparte impose condizioni molto dure alla Santa Sede. Il Papa Pio VI capì che l’Armata d’Italia stava per minacciare il cuore stesso della cattolicità: Roma.

Il 25 giugno 1796, nella cattedrale di San Ciriaco ad Ancona, accadde un evento prodigioso: l’immagine della Santissima Vergine che vi si venerava fu vista alzare le palpebre e muovere la bocca come per fare un sorriso. La notizia si diffuse rapidamente, varcò i confini della città e giunse a Roma. Due settimane dopo, il 9 luglio, i devoti romani assistettero allo stesso miracolo. La Madonna dell’Archetto, collocata su un arco sito tra palazzo Casali e un edificio di proprietà di una confraternita, oggi venerata nella cappella di via San Marcello 41 con il titolo Causa Nostrae Letitiae, mosse ripetutamente gli occhi destando l’attenzione dei passanti.

Nelle settimane successive altre immagini mossero gli occhi e tra queste vi fu quella esposta sulla facciata di palazzo Caetani, visibile ancora oggi all’inizio di via delle Botteghe Oscure all’angolo con piazza dell’Enciclopedia italiana. Per l’ampiezza del fenomeno, il 1 ottobre 1796, il Tribunale del Vicariato imbastì un processo per accertare la fondatezza dei racconti sui miracoli. Tra il 5 ottobre 1796 e il 31 gennaio 1797 i funzionari del tribunale ascoltarono 86 testimoni e riconobbero 26 miracoli, mentre di altri 23 non portarono a termine le procedure di accertamento per non allungare troppo i tempi. Il sacerdote Giovanni Marchetti in un suo libro pubblicato nel 1797 parlò di molte immagini miracolose. Anche durante la Repubblica romana del 1798-1799 si verificarono episodi simili.

Il cardinale segretario di Stato Francesco Saverio de Zelada, sentito il parere del cardinale vicario Giulio della Somaglia, informò i nunzi delle corti europee degli eventi che avvenivano a Roma. Nella lettera che inviò al nunzio di Madrid scrisse: «Molte immagini di Maria Vergine, dipinte altre in tele, altre sulle pareti, alcune nelle chiese, la maggior parte nelle pubbliche strade, sono state vedute muovere sensibilmente gli occhi».

Si può affermare che i prodigi avvenuti nell’estate del 1796 e le preghiere che i romani recitarono dinanzi alle sacre immagini della Santissima Vergine furono le «sante e pacifiche armi» che il Papa richiese per invocare la protezione celeste. Ancora una volta la pietà dei fedeli fu protagonista.

7 ottobre 2020