Parrocchia diocesana – S. Gioacchino in Prati
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(PAR036)(1346/87)
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Piazza dei Quiriti 17 – 00192 Roma
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Settore Ovest – Prefettura XXXII – 1º Municipio – Prati
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Titolo Presbiteriale: BRENES SOLÓRZANO S.Em. Card. Leopoldo José Affidata a: Congregazione del Santissimo Redentore – Redentoristi – Liguorini (C.SS.R.) |
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Contatti |
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Telefoni | Sito WEB | Note | |
telefono – 063216659
fax – 0686703882
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sangioacchino@diocesidiroma.it
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Incaricato | Data nomina | N. Decreto | Data inizio | Data fine |
Parroco – | 01/11/2016 | 1474/16 | 01/11/2016 | |
Vicario parrocchiale – | 01/01/2025 | 59/25 | 01/01/2025 |
Luoghi sussidiari di culto: |
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Chiesa annessa Santissima Trinità |
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Cappella della casa di cura S. Famiglia |
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Orari: |
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Messe 1° ottobre – 31 maggio giorni festivi ore 9.00, 10.30, 12.00, 13.00 e 18,30. Feriali 8.00, 9.30, 11.00 e 13.00, no sabato, e 18.30.
Dal 1° giugno al 30 giugno giorni festivi ore 9.00, 10.30, 12.00, 13.00 e 19.00. Feriali ore 8.00, 9.30, 11.00, 13.00, no sabato, e 19.00. Dal 1° luglio al 30 settembre festivi ore 9.00, 10.30, 12.00, 19.00. Feriali ore 8.00, 9.30 e 19.00. |
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Gruppi: |
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Azione cattolica Volontariato vincenziano Conferenza di S. Vincenzo Gruppo giovani sposi Nuova evangelizzazione |
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Enti presenti nel territorio della Parrocchia: 14 |
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Casa provincializia della Congregazione della Missione – Lazzaristi |
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Casa di cura S. Famiglia |
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Gruppi di volontariato vincenziano – G.V.V. A.I.C. Italia |
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Casa generalizia e di procura dei Fratelli cristiani |
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Casa Maria Immacolata delle Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli |
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Comunità S. Luisa de Marillac delle Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli |
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Comunità cenacolo cateriniano dell’Unione di S. Caterina da Siena delle Missionarie della Scuola |
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Casa generalizia delle Suore della risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo |
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Casa generalizia delle Suore di S. Marta |
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Casa generalizia delle Suore della Sacra Famiglia – Bordeaux |
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Casa per ferie Margherita Caiani |
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Casa editrice Centro Liturgico Vincenziano – C.L.V. edizioni |
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Scuola paritaria dell’infanzia Suore della risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo |
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Collegio Apostolico Leoniano |
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Stradario Parrocchiale: |
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• Piazza della Libertà – 00192 – ROMA ( numeri 20, 21, 22 e 23 ) |
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• Piazza dei Quiriti – 00192 – ROMA |
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• Viale Giulio Cesare – 00192 – ROMA ( numeri dispari da 1 a 83 ) |
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• Via Germanico – 00192 – ROMA ( numeri pari da 176 in poi, dispari da 197 ) |
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• Via Pompeo Magno – 00192 – ROMA |
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• Via Paolo Emilio – 00192 – ROMA |
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• Via Virginio Orsini – 00192 – ROMA |
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• Via Ezio – 00192 – ROMA |
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• Via Fabio Massimo – 00192 – ROMA ( numeri pari ) |
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• Piazza Cola di Rienzo – 00192 – ROMA ( numeri dispari da 25 a 91 ) |
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• Via Cola di Rienzo – 00192 – ROMA ( numeri dispari da 1 a 223 ) |
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• Via Attilio Regolo – 00192 – ROMA |
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• Via Alessandro Farnese – 00192 – ROMA |
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• Via degli Scipioni – 00192 – ROMA ( numeri dispari da 175 in poi, pari da 220 ) |
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• Lungotevere Michelangelo – 00192 – ROMA ( tutti i numeri da 1 a 7 ) |
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• Via Marcantonio Colonna – 00192 – ROMA |
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• Via dei Gracchi – 00192 – ROMA ( numeri pari da 114 in poi, dispari da 123 ) |
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• Via Duilio – 00192 – ROMA |
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Storia: |
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S. Gioacchino è detta “chiesa pontificia” perché appartiene al Papa. Gli appartiene sia perché fu offerta – dono dei cattolici di tutto il mondo – a Leone XIII e, di conseguenza, ai suoi successori; sia perché il Papa, quel “regalo” dovette, in gran parte pagarselo. Il “dono” gli fu fatto in occasione del 50° anniversario della sua ordinazione sacerdotale da poco trascorsa, e di quella, imminente, episcopale; ma egli stesso, diversi mesi prima, aveva espresso il desiderio di costruire una chiesa in onore del suo santo protettore. Ricordiamo che il nome di battesimo e di famiglia di Leone XIII era Gioacchino Pecci. Fu lo stesso Pontefice ad approvare il progetto, ad affidarne la costruzione all’ingegnere Faffaele Infami, a darne la direzione all’abate francese Antonio Brugidou, e a stabilire che la nuova chiesa fosse sede stabile dell’adorazione riparatrice a Gesù sacramentato. L’abate si mise subito all’opera acquistando, il 25 aprile 1891, il terreno al prezzo di 135.013 lire. La costruzione era stata iniziata solennemente con la posa, il 1° ottobre 1891, della prima pietra. Intanto, sempre dall’intraprendente Brugidou, era stato rivolto un appello ai cattolici di tutto il mondo perché contribuissero alla costruzione del tempio da dedicarsi a S. Gioacchino e da offrirsi al Papa, come dono di tutti i suoi figli. Ventisette nazioni risposero generosamente all’appello. 14 di esse con la loro eccezionale partecipazione, adornarono ognuna una cappella che ne porta il nome; esse sono: Brasile, Portogallo, Baviera, Polonia, Canada, Inghilterra, Stati Uniti, Spagna, Francia, Italia, Belgio, Olanda, Irlanda, Argentina.Fu proprio questa entusiastica risposta dei paesi cattolici a far perdere definitivamente la testa al Brugidou, il quale si affretto subito ad aggiungere la grandiosa cupola al progetto originario che non la prevedeva. La copertura con lastre di alluminio della cupola ottogonale, dei due torrini ottagoni a copertura delle scale a chiocciola sul lato Nord, e delle tre semicupole laterali, veniva ultimata nel 1897. Per mancanza di fondi invece non fu mai iniziato il campanile che era stato progettato alla destra del tempio, totalmente staccato da esso. Dopo sette anni di lavoro febbrile, fra gioiosi entusiasmi e preoccupazioni avvilenti, la chiesa era pronta per essere aperta al culto. L’inaugurazione avvenne il 20 agosto 1898. Il 20 luglio dello stesso anno, Leone XIII ne aveva affidato la cura ai Padri Redentoristi con “Motu Proprio” nel quale riassumeva le vicende liete e tristi della costruzione. Il 27 agosto 1898 i Padri Redentoristi prendevano possesso della chiesa che S. Pio X eleverà a Parrocchia il 1° giugno del 1905. La chiesa fu consacrata il 6 giugno del 1911. Il Papa Giovanni XXIII, il 12 marzo 1960, la insignirà del titolo cardinalizio. Oltre al lavoro spirituale i Redentoristi si dovettero anche preoccupare di portare a termine i gravosi lavori di rifinitura della chiesa: perché ad eccezione delle stupende vetrate e di parte del pavimento in marmo, c’era ancora tutto da fare. Vi si prodigarono con coraggio e spirito di sacrificio. Per i lavori di pittura, di scultura e di decorazione chiamarono le più quotate firme dell’ultimo ottocento: Eugenio Cisterna, Sivio Galimberti, Virginio Monti, Giovanni Gagliardi, Michele Tripisciano, Attilio Palombi, Cesare Cappabianca. (tratta dalla pubblicazione “S. Gioacchino in Prati” di P. Ezio Marcelli).
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