Ponte Mammolo, parrocchia «comunità di cura»

Nei giorni antecedenti la festa, lunedì e mercoledì pomeriggio, il cardinale vicario Baldo Reina ha visitato la parrocchia intitolata al Sacro Cuore di Gesù, a Ponte Mammolo. La solennità legata a santa Margherita Maria Alacoque, la monaca visitandina cui apparve Gesù, ricorre infatti il venerdì dopo il Corpus Domini. Sono state «giornate importanti per la nostra comunità – racconta il parroco don Franz Refalo – in cui il cardinale ci ha ricordato come una parrocchia non è e non deve essere un centro di servizi ma una comunità di cura, che favorisce un clima di accoglienza, ponendo al centro la fede e l’abbandono totale nelle mani di Dio». Il porporato, nelle due giornate ha incontrato i membri del Consiglio pastorale e gli operatori dei diversi gruppi attivi in parrocchia.

Inoltre mercoledì sera «ha inaugurato il nuovo oratorio intitolato a San Domenico Savio, che è stato ripristinato e riavviato», aggiunge il sacerdote che guida la comunità di Ponte Mammolo da 5 anni. In quest’occasione «i giovani hanno realizzato anche un momento di festa con canti e animazione», sono ancora le parole di don Refalo, che racconta di come gli stessi adolescenti abbiano curato «un torneo di calcetto in questi giorni di festa patronale». Si tratta dei giovani, dai 13 ai 19 anni, del gruppo del post-Cresima, animato da Ciro, che descrive una realtà «piccola ma che si è consolidata nel tempo, ripartendo dopo la pandemia, ed è oggi vivace, molto attiva e partecipe». Ogni anno la proposta rivolta ai ragazzi «prevede l’approfondimento di un tema – spiega il referente che cura le attività settimanali con il parroco -: quest’anno abbiamo trattato del Giubileo, ripercorrendone l’evoluzione dalle origini ad oggi». Il gruppo ha anche partecipato «alla celebrazione del Giubileo dedicato ad aprile – afferma Ciro – così come ai pellegrinaggi notturni alle basiliche organizzati a livello diocesano». L’educatore fa sapere che i giovani, che «non si tirano mai indietro, la domenica animano la Messa delle 10 con la lettura della Parola e le preghiere dei fedeli».

Un altro fronte su cui la parrocchia è molto attiva «è quello dell’animazione della carità», dice il parroco, guardando in particolare alla «scuola di italiano per stranieri, cui partecipano circa 100 persone, molto inclusiva» laddove «circa il 40% delle persone sono di origine bengalese e di religione musulmana». Nei locali della parrocchia, «con la Comunità di Sant’Egidio, 2 volte al mese, il secondo e il quarto sabato, offriamo il servizio doccia per i senza fissa dimora, dando anche il cambio del vestiario». C’è poi il centro di ascolto Caritas e anche «il progetto di dedicarne uno dentro il vicino carcere di Rebibbia. Un’altra realtà è quella dell’ «accompagnamento dei genitori che chiedono per i loro figli il sacramento del Battesimo», spiega Mario, che con la moglie Marilena in questi ultimi 15 anni ha incontrato «circa 80 famiglie in parrocchia o nelle loro case per due incontri di riflessione, il primo sul significato del Battesimo e sull’impegno di educare il figlio alla vita cristiana, il secondo più legato ai momenti del rito della celebrazione». Questo servizio, osserva il referente, «in questi anni di confronto con diverse situazioni e realtà, anche di famiglie straniere, ha arricchito pure noi, che portiamo sempre il nostro vissuto e la nostra esperienza concreta di famiglia». (di Michela Altoviti da Roma Sette)

29 giugno 2025