Primavalle, l’attenzione ai più fragili

Da qualsiasi lato si arrivi in piazza Clemente XI, la prima cosa che si nota è la facciata in mattoni rossi della parrocchia di Santa Maria Assunta e San Giuseppe a Primavalle, da sempre affidata alle cure pastorali della Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza (Don Calabria). Eretta nel cuore della parte storica del quartiere, è un punto di riferimento per una comunità di 30mila persone che martedì 7 e mercoledì 8 ottobre ha accolto il “suo” cardinale in visita pastorale. Al vicario di Roma, Baldo Reina, al momento della creazione è stato infatti assegnato il titolo cardinalizio della chiesa di Primavalle.

«Don Baldo, come ama farsi chiamare, qui in parrocchia è molto amato e stimato. Lo abbiamo conosciuto quando era vescovo di settore. È tanto presente nella vita della parrocchia», racconta il parroco don Luciano, che descrive una comunità «viva, partecipe, che ama veramente il Signore». Tra i pilastri c’è l’attenzione ai fragili. Il sacerdote non nasconde le difficoltà di operare «in un quartiere con disagi sociali, urbanistici e problemi legati allo spaccio di droga». La parrocchia risponde con il Centro d’ascolto della Caritas. «Attraverso lo psicologo e l’avvocato – spiega – sono stati accolti circa 200 utenti con problemi economici, debiti contratti con le finanziarie e con l’Agenzia delle Entrate».

Braccio operativo della carità parrocchiale sono il Borgo dell’Accoglienza e l’Opera Don Calabria. Il primo è aperto tutti i giorni. Dona capi di abbigliamento a chi ne fa richiesta, distribuisce mensilmente pacchi viveri a 140 famiglie, accoglie ogni mese circa 200 senza dimora che qui possono custodire i loro beni, usufruire del servizio lavanderia, della mensa sociale e delle docce – attività avviate in collaborazione con l’Opera Don Calabria e il Comune di Roma. «Tutto grazie a oltre 60 volontari», specifica don Luciano. L’Opera Don Calabria offre al territorio anche servizi per il disagio psichico. «Ci sono dipendenti professionisti che vanno incontro ai vari disagi – le parole del sacerdote –. Per esempio, consegnano 250 pasti al giorno a domicilio alle persone che vivono in condizioni di barbonismo domestico».

Tra le iniziative per sostenere le famiglie in difficoltà c’è il pranzo sociale. Uno è stato organizzato proprio per oggi. «Ci sono persone che non riescono a pagare le bollette o a comprare una bombola del gas – dice don Luciano illustrando l’iniziativa –. Al pranzo si partecipa con una quota simbolica. Un 20% degli invitati sono persone fragili, ma gli altri non sanno chi sono. Il ricavato serve per le necessità dei più vulnerabili. È un gesto semplice, ma concreto».

Tra gli ambiti da potenziare, don Luciano annovera la pastorale familiare. «Alcune giovani coppie, dopo il corso prematrimoniale, restano e proseguono il cammino insieme – riflette –. Vorremmo partire anche con un gruppo di coppie “senior”, con figli adolescenti o grandi». Altro obiettivo è quello di incrementare le attività dell’oratorio «per avvicinare i ragazzi, molti dei quali hanno numerosi problemi. Può essere un’occasione di riscatto». Don Luciano non nasconde che si fa fatica a coinvolgere i giovani, per questo si sta «cercando di coltivare il cammino vocazionale soprattutto nei ministranti». (di Roberta Pumpo da Roma Sette)

12 ottobre 2025