Sarà il cardinale vicario Angelo De Donatis a riaprire ufficialmente la scalinata del Santuario della Scala Santa, il prossimo giovedì 11 aprile alle ore 16.30. La scala sarà dunque di nuovo accessibile ai fedeli, come era originariamente, ma solo fino al 9 giugno, solennità di Pentecoste. Dopo questo temporaneo riporto all’originale, saranno riposizionate le assi di noce che nel 1723 furono collocate sul marmo per espresso volere di Papa Innocenzo III, al fine di proteggere i gradini dai tanti fedeli che li salivano in ginocchio. Dopo trecento anni, dunque, per la prima volta sarà di nuovo visibile il marmo originario.
La Scala Santa sorge presso la basilica di San Giovanni in Laterano e custodisce la preziosa cappella dei Papi detta Sancta Sanctorum, ove si venera l’immagine del Santissimo Salvatore. Secondo un’antica tradizione, l’imperatrice sant’Elena nel 326 fece trasportare a Roma dal pretorio di Pilato in Gerusalemme la Scala più volte salita da Gesù il giorno della sua condanna a morte. Per questo fu chiamata Scala Pilati o Scala Sancta. Le prime testimonianze scritte di questa insigne memoria della Passione sono in un passo del Liber Pontificalis del tempo di Sergio II (844/847) ed in una Bolla di Pasquale II (1099/1119). La Scala Santa deve il suo nome ai 28 gradini che conducono alla cappella e che si salgono in ginocchio per venerazione alla Passione di Gesù. Certo che era situata nel Patriarchium, o complesso dei Palazzi Lateranensi, antica sede dei Papi, e che Sisto V nel 1589 la fece collocare, davanti alla cappella papale dove poi è rimasta formando l’attuale unico edificio. Pio IX (1846 1878) ne curò i restauri e promosse il culto della grande reliquia costruendo l’attiguo convento, che il 24 febbraio 1853 affidò ai religiosi Passionisti.
8 aprile 2019